25 Novembre, Stirati: “Scuola e cultura per combattere la violenza”

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“Quando arrivano gli schiaffi, tutto il resto è già successo: educazione al rispetto e alla parità inizino da bambine e bambini”  

   

 

 

“La facciata di Palazzo Chigi, sede del nostro Governo, oggi, 25 Novembre, sarà illuminata di rosso, e sulla facciata scorreranno, proiettati, 104 nomi: tante sono le donne uccise nei primi 11 mesi di questo 2022. Un numero che fa impressione, quasi una mattanza”: così il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, sulla giornata di oggi, 25 Novembre, data che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha scelto per ricordare tutti i soprusi e le violenze subiti dalle donne nel mondo.

“Una violenza, quella sulle donne – prosegue il sindaco –  che non è estranea nemmeno alle nostre terre, dove si manifesta non solo con schiaffi, calci, pugni e tutte le aberrazioni dei maltrattamenti di tipo fisico: la violenza non comincia mai da questi gesti. È una cultura, e attraversa tutti i contesti della vita di una donna. Comincia sempre con le parole, anche quelle apparentemente innocue, quelle con cui troppo spesso ancora oggi le bambine vengono cresciute, e continua con la mancanza di riconoscimento del lavoro svolto, con la negazione di un compenso uguale a quello ricevuto dai colleghi maschi, con la discriminazione nell’accesso all’istruzione o alla partecipazione alla vita politica. E’ violenza far credere a una donna che certi percorsi di studio o di lavoro non siano adatti a lei, perché “poco femminili”. E’ violenza tutte le volte che una professionista viene chiamata “ragazza”, o soltanto per nome, mentre ai colleghi maschi spetta il titolo di studio. È violenza ogni volta che una donna viene trasformata da persona in funzione, affermando che non possa essere altro che “mamma di” o “moglie di” qualcuno. È violenza ogni volta che una donna viene definita troppo giovane per essere presa sul serio, troppo vecchia per essere ancora ascoltata, troppo poco vestita per essere credibile. Quando arriva uno schiaffo, tutto il resto è già successo. Ecco perché – continua Stirati – oggi, 25 Novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, così come ogni giorno, restano fondamentali due parole: cultura e prevenzione. Sin dai banchi di scuola è necessario continuare a lavorare affinché certi temi non restino relegati alle celebrazioni, forse a volte anche retoriche, di una giornata, ma divengano patrimonio del DNA dei ragazzi e delle ragazze. L’impegno della scuola è fondamentale perché l’educazione alla parità di genere e al rispetto delle differenze, nonché la lotta contro ogni forma di violenza e sopruso, si diffondano sin dagli anni della primaria. Scuola e famiglia, insieme, sono chiamate a porre le basi perché bambine e bambini possano diventare cittadine e cittadini consapevoli, rispettosi, liberi dagli stereotipi, e quindi da ogni genere di violenza o abuso.  La lotta alla violenza di genere non può essere la “rivendicazione” di una parte politica o culturale, è una battaglia per un futuro più equo, giusto, libero, per tutte e per tutti”.