Convegno con prestigiosi relatori che hanno affrontato il tema in modo multidisciplinare. Bianconi: “In Umbria tante le progettualità, servirebbe più sostegno da parte delle istituzioni”
Gi Interventi assistiti con animali (Iaa) nelle persone speciali danno esiti positivi e aprono importanti prospettive di sviluppo. Lo dimostrano le progettualità messe in campo in Umbria, ma anche in altre parti d’Italia, la cui esperienza è stata al centro del convegno organizzato dall’Università degli Studi di Perugia e dalla Federazione italiana sport equestri (Fise) Umbria venerdì 21 novembre in una gremita sala dei Notari di Palazzo dei Priori a Perugia. ‘Potenziali applicazioni degli interventi assistiti con animali nelle popolazioni speciali’ il titolo dell’incontro che ha visto il contributo di professori, docenti e dirigenti che hanno approcciato la tematica in modo multidisciplinare, sottolineando i benefici di questo tipo di terapia in situazioni di fragilità o disabilità. L’incontro si è aperto con i saluti dell’assessora alle politiche sociali del Comune di Perugia Costanza Spera ed è stato moderato da Antonella Piccotti, docente a contratto del Corso di laurea magistrale in Scienze e tecniche dello sport e delle attività motorie preventive e adattate’ dell’Università degli Studi di Perugia nonché responsabile di progetto e referente di intervento per gli Eaa e referente regionale sport integrati Iaa di Fise Umbria. Al convegno ha partecipato anche Mirella Bianconi, presidente di Fise Umbria. Sono poi intervenuti Franco Mutinelli, direttore del Centro di referenza nazionale per gli Iaa dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che ha illustrato il ‘Ruolo centrale di referenza nazionale per gli Iaa e le prospettive future’, e Michele Marconi, psicologo responsabile di progetto Iaa componente del direttivo We Animal Verona. “Negli Iaa rivolti a persone con fragilità – ha dichiarato la presidente Bianconi – si crea una sinergia che apporta molti benefici tra l’utente, lo psicologo, il tecnico che cerca di capire i bisogni del paziente e l’animale. Questo convegno è anche un’occasione per chiedere attenzione alle istituzioni, mi piacerebbe che la Regione Umbria iniziasse a motivarsi in questo senso. Siamo tra le regioni che mettono sui capitolati di spesa pochi fondi per questa tipologia di interventi, l’Umbria su questo è un po’ più indietro di altre regioni che destinano invece molti fondi. Noi non siamo indietro però come progetti e disponibilità”. “In Umbria – ha spiegato Piccotti – negli anni sono stati fatti tantissimi progetti e iniziative con il cavallo in ambiti differenti: abbiamo lavorato tantissimo con le neurodivergenze e patologie neuromotorie, un progetto innovativo in campo nazionale riguarda gli anziani e anziani disabili ospiti di una residenza protetta, l’ultimo in ordine di tempo è un progetto attivato con il Comune di Perugia che coinvolge bambini con autismo”. “Dobbiamo fare tutto il possibile – ha commentato l’assessora Spera – perché gli Iaa e tutto ciò che riguarda il contatto tra le persone con fragilità e gli animali diventino un valore aggiunto per loro e per le famiglie. È scientificamente provato che i benefici non sono solamente per la persona ma per tutto il nucleo familiare proprio per le capacità relazionali e comunicative che si sviluppano. Noi abbiamo finanziato molti interventi grazie al Fondo per l’autismo perché abbiamo deciso di destinare una parte al Terzo settore, anche a interventi che non rientrano purtroppo ancora a livello giuridico all’interno delle prestazioni sociali che come Comune possiamo fornire”. “Abbiamo voluto sperimentare – ha commentato Marconi – l’efficacia dell’intervento assistito con il cavallo nei bambini affetti dal disturbo dello spettro autistico. Un progetto di ricerca nazionale iniziato a Verona nel 2020 su una popolazione di 15 bambini, i risultati sono stati stupefacenti, abbiamo allargato la ricerca ad altre cinque regioni, per poi aggiungerne altre sei, dalla Lombardia alla Sicilia raggiungendo una popolazione di 89 bambini. I risultati ci dicono che l’intervento con il cavallo va a potenziare alcune funzioni esecutive dei bambini e comporta la riduzione di displasie”.
In sala erano presenti moltissimo studenti dell’Università degli Studi di Perugia, in particolare del corso di laura magistrale in Scienze motorie, di psicologia e pedagogia e due classi del liceo classico Properzio di Assisi.
























