Risposte locali a sfide globali: il caso dei gruppi d’acquisto e delle food coop al centro di un focus dell’UniPg

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Cittadinanza, democrazia e ambiente. Quali modelli di partecipazione? A Perugia due giorni di incontri promossi dall’UniPg con la partecipazione degli attori locali e internazionali

La due giorni si è svolta nell’ambito dei progetto ECO-PoLeIS e MORE4WATER

   

Due giorni di incontri, scambi e analisi di progettualità in corso e su modelli da mettere in campo. Si è svolto a Perugia (27 e 28 ottobre) il workshop Cittadinanza, democrazia e ambiente: quali modelli di partecipazione? La due giorni è stata organizzata presso la Sala Lauree del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia, promossa congiuntamente del Modulo Jean Monnet ECO-PoLeIS e dal progetto di ricerca More4Water, sostenuto dal programma europeo di finanziamento Water4All.

In particolare, il pomeriggio del 28 ha segnato il ritorno al tema “dal globale al locale” con una tavola rotonda a cui erano presenti i portavoce dei gruppi di acquisto di Perugia Solidale e Fuori di Zucca, Birà food coop, la prof. Biancamaria Torquati del Dipartimento di Agraria; il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori dell’Umbria, Matteo Bartolini e l’assessore del Comune di Perugia, David Grohmann. L’evento è riuscito a far emergere in maniera limpida, grazie ai contribuiti dei relatori, alcune delle implicazioni teoriche e operative che la crisi ambientale impone sul piano della partecipazione politica, sottolineando la capacità della cittadinanza (in particolare si è parlato dei progetti attivi a Perugia e in Umbria) di sapere ben utilizzare gli strumenti forniti dalla normativa europea e dal diritto interno per proporre soluzioni e progettualità dal basso. In chiusura, il team di ECO-PoLeIS ha tenuto a ribadire la volontà di garantire una continuità agli incontri tra università, le istituzioni, associazioni di categoria e progettualità in corso per accompagnare l’approccio istituzionale e dell’economia solidale alla tutela dell’ambiente e al raggiungimento della neutralità climatica.

Come ha spiegato Matteo Bartolini: Nell’attuale sistema di produzione mainstream il cibo è considerato ormai una merce come un’altra, ma per noi è un grave errore, dobbiamo riscoprire il suo autentico valore, anche in termini umani e sociali.

Per questo noi di CIA riteniamo sia importante lavorare per creare un nuovo ecosistema, che vada oltre il concetto di filiera agroalimentare e coinvolga anche il cittadino “consumatore”.

Confermiamo la nostra disponibilità e volontà a essere parte attiva di progetti e iniziative che vanno in questa direzione, per costruire modelli di filiere alternativa che, partendo dall’Umbria, siano replicabili anche in altri contesti. Lavorando concretamente a sostegno di quelle – tante – piccole e medie realtà agroalimentari che non trovano spazio o rischiano di restare schiacciate nel modello di produzione dominante“. Inoltre, è stato preso l’impegno di ricostruire dei modelli alternativi di filiera del cibo, partendo anche da una revisione e ammodernamento della legge regionale sui gruppi di acquisto.

La collaborazione tra i due gruppi di ricercatori e docenti nasce dalla comune esigenza di ripensare i diritti e la governance dei beni naturali, in particolare valorizzando il ruolo delle città. Le due giornate sono state aperte da una riflessione sui problemi del consumo e dell’accessibilità delle acque con il contribuito di dottorande dell’Università brasiliana Univali. È poi proseguita con una riflessione più generale sui possibili sviluppi della democrazia ambientale, a partire dal Sud del pianeta con le relazioni di due docenti di Univali e due docenti dell’Istituto Superior “Dom Bosco” del Mozambico.