Sciopero metalmeccanici, adesioni al 75% in Umbria per il rinnovo del contratto

81
 

Mobilitazione indetta da Fim Fiom e Uilm per riconquistare il tavolo della trattativa – Centinaia di operai hanno sfilato in corteo nel centro storico di Perugia

   

Nel giorno dello sciopero nazionale dei metalmeccanici indetto da Fim, Fiom e Uil, che nelle industrie umbre ha fatto registrare un’adesione media del 75 per cento, con picchi molto più alti in alcuni stabilimenti della regione, nella mattinata di venerdì 20 giugno centinaia di operai metalmeccanici provenienti da tutte le città dell’Umbria hanno raggiunto il centro storico di Perugia per la manifestazione regionale indetta dalle organizzazioni sindacali di categoria e chiedere a gran voce il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro. Tra cori, striscioni, fumogeni e decine di bandiere verdi, rosse e blu di Fim, Fiom e Uilm, i lavoratori si sono concentrati in piazza Matteotti per poi raggiungere in corteo piazza Italia dove dal palco sono intervenuti Simone Liti, segretario generale della Fim-Cisl Umbria, Fabrizio Blasi della Uilm-Uil Umbria e Silvia Simoncini, segretaria nazionale della Fiom-Cgil. Non mancavano bandiere della pace e appelli a fermare i conflitti in corso.

“Siamo arrivati a 40 ore di sciopero – hanno sottolineato Marco Bizzarri e Alessandro Rampiconi, segretari generali di Fiom Cgil rispettivamente Perugia e Terni – e questo è un grande sacrificio per tutti i lavoratori. Ma abbiamo nuovamente incrociato le braccia e siamo ancora qui in piazza perché vogliamo assolutamente riconquistare il tavolo della trattativa. È intollerabile il perdurante atteggiamento di chiusura di Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica-Confapi che si rifiutano di riaprire le trattative, lasciando senza risposte migliaia di lavoratrici e lavoratori. Il contratto è scaduto da troppo tempo e la nostra piattaforma, approvata a larghissima maggioranza da tutti i lavoratori, è stata presentata ormai un anno fa. D’altronde, dal contratto nazionale passa anche il futuro del settore metalmeccanico e dell’industria del nostro Paese. Vogliamo salari che siano veramente in grado di restituire il potere d’acquisto ai lavoratori e c’è bisogno di intervenire anche su tutta la parte normativa per contrastare l’attuale modello di appalti e subappalti e del diffuso precariato che c’è nel settore. Siamo qui nella speranza che questo ulteriore sciopero possa convincere Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica-Confapi a riaprire il tavolo di confronto a partire dalla piattaforma presentata da Fim Fiom e Uilm”.

Ma cosa chiedono i lavoratori metalmeccanici?

“Le nostre richieste – hanno ricordato Bizzarri e Rampiconi – prevedono innanzitutto un aumento salariale di 280 euro per riconquistare il potere d’acquisto, ma non basta. C’è tutta una parte della nostra piattaforma che riguarda il mercato del lavoro per limitare l’utilizzo delle forme più precarie e rendere più stabile il mondo del lavoro nel settore metalmeccanico. Abbiamo, inoltre, una parte legata a salute e sicurezza, temi quanto mai emergenziali in questo Paese visto quello che le cronache purtroppo ci restituiscono ogni giorno. La nostra è una piattaforma all’avanguardia, il problema è che è stata scalzata da una contropiattaforma che ci è stata presentata con l’idea formale di depotenziare l’effetto del Ccnl”.