Viabilità: la Provincia di Perugia vuole un Nodo risolutivo e sostenibile

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L’Ente ha già chiesto finanziamenti al Ministero

   

La Provincia di Perugia, segnatamente la maggioranza, sostiene la realizzazione del Nodo nella sua interezza in quanto opera strategica non più procrastinabile per il capoluogo e per la regione Umbria.

Lo fa con i fatti, in silenzio e senza proclami. Infatti due settimane fa la presidente Stefania Proietti, con un’ampia relazione elaborata da esperti, si è recata al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture sostenibili per perorare la causa del Nodo, inteso integralmente da Perugia fino a Corciano e non altri tipi di progetti.

“Il primo stralcio – spiega la presidente – deve essere da Collestrada a Ospedale/via Pievaiola, solo così si avvia a soluzione sia il problema del traffico nord-sud che quello del traffico diretto alla città, il vero cuore del Nodo di Perugia è la congestione dalle gallerie di Piscille fino a Ferro di Cavallo.  Come Provincia abbiamo fatto di più: abbiamo chiesto finanziamenti, che sono stati assicurati, per eliminare ogni alibi a chi, come la Regione, diceva che esistevano solo i fondi per il Nodino”.

L’altro aspetto su cui la presidente si è intrattenuta con i tecnici del Ministero è quello della sostenibilità ambientale dell’opera, perché, prosegue la presidente

“L’intera infrastruttura dovrà essere pensata, progettata ed eseguita all’insegna della sostenibilità ambientale e del rispetto del territorio, iniziando sin da subito a pensare alla riduzione degli impatti con il calcolo del ciclo di vita dell’opera, ai materiali di realizzazione e alla quantificazione dei benefici ambientali e di salute. Ricordiamo infatti che il traffico congestionato è tra le prime cause delle emissioni non solo di CO2 con effetti sul cambiamento climatico, ma anche di smog e PM che hanno effetti dannosi ed immediati sulla salute”.

“Insomma la Provincia – conclude la presidente – condivide la posizione di chi, come il Pd, si è espresso favorevolmente sul Nodo e non sul Nodino poiché la realizzazione del solo tratto Collestrada /Madonna del Piano comporterebbe un’ingente spesa pubblica senza risolvere, una volta per tutte, i problemi del congestionamento del traffico e della sicurezza stradale che ormai rendono impossibile la vita del capoluogo umbro e condizionano negativamente la circolazione in oltre metà regione. Una regione, l’Umbria, già povera di infrastrutture di mobilità strategiche, come il trasporto su ferro che andrebbe potenziato anche a beneficio del turismo sostenibile, per non citare l’aeroporto San Francesco d’Assisi, infrastruttura fondamentale che deve essere assolutamente sostenuta e adeguatamente potenziata, a servizio dell’incoming turistico di tutta la regione”.