Armillei: “Sarà uno spazio integrato dove ospitare forme tradizionali e nuove espressioni artistiche”. Nelle sedi dell’ente sono ospitate opere di tanti artisti importanti fra cui De Felice, Ciaurro, Fatati, Spaziani, Crisostomi, Toscano, Fabbri, Orazio Valentini e Miniucchi.
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TERNI – 27 settembre – Recuperare e mettere a sistema il patrimonio culturale di Palazzo Bazzani per renderlo fruibile alla cittadinanza e contribuire alla promozione integrata della cultura sul territorio. E’ questo l’obiettivo del programma avviato dalla Provincia di Terni per non disperdere le opere d’arte che nel corso degli anni sono state prodotte da numerosi artisti in virtù delle iniziative dell’amministrazione e del ruolo di propulsore culturale che l’ente ha avuto per diversi decenni. L’iniziativa è nata sotto l’impulso della presidente della Provincia Laura Pernazza che ha delegato il consigliere Sergio Armillei ad avviare un primo monitoraggio sulle opere conservate a Palazzo Bazzani.
“Il patrimonio della Provincia – spiega Armillei – è vasto e di grande valore. Rappresenta – aggiunge – una testimonianza di notevole interesse del genius locale che ha prodotto anche eccellenze in grado di travalicare gli ambiti provinciali e regionali con esempi di grandi artisti conosciuti in Italia e all’estero”. Di questi artisti la Provincia conserva numerose opere che meritano di essere valorizzate e apprezzate. E’ il caso, ad esempio, di Aurelio De Felice, Ilario Ciaurro, Felice Fatati, Corrado Spaziani, Luciano Crisostomi, Bruno Toscano, Otello Fabbri, Livio Orazio Valentini, Agapito Miniucchi ed altri ancora.
Il consigliere Armillei annuncia anche un’importante novità già realizzata dalla Provincia. Si tratta della digitalizzazione di tutto l’archivio e dell’inventario dei beni artistici e culturali conservati a Palazzo Bazzani per dare modo di disporre in tempo reale e in modalità facilmente consultabile dell’importante patrimonio creatosi nel corso degli anni. Armillei spiega inoltre che il progetto verrà portato avanti per step, di cui la digitalizzazione rappresenta il primo passo.
“In un secondo momento – afferma infatti – si penserà a sistematizzare tutte le opere d’arte e quindi a renderle fruibili al pubblico con una formula che non sarà solo una musealizzazione ma che lascerà spazio all’intercambiabilità con attività e iniziative continue anche di livello nazionale nel mondo delle arti, da quelle tradizionali a quelle più moderne, fino al vasto settore della multimedialità. L’obiettivo – sottolinea Armillei – è quello di allestire nuovi spazi espositivi, senza sovrapporli a quelli già esistenti ma anzi integrandoli e mettendoli in connessione fra loro.
In questo modo – conclude – si potrà contribuire alla riscoperta del valore culturale ma anche storico e sociale di grandi artisti che hanno segnato epoche per la città e il territorio e creare contenitori per dare spazi e opportunità anche alle nuove forme di artistiche che si stanno ormai da tempo affermandosi”.