Simona Meloni: “Mancano radiologi interventisti Perugia”

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Per capogruppo Pd “in caso emergenza pazienti a Terni”

   

 “Pazienti che si rivolgono all’ospedale di Perugia e che, in caso di emergenza, potrebbero essere trasferiti a Terni qualora si riscontrasse l’indisponibilità del radiologo interventista di turno.

Questo quello che ha disposto il direttore sanitario del Santa Maria della Misericordia di Perugia per far fronte alla mancanza di personale sempre più grave e strutturale per gli ospedali umbri.

Una situazione che espone però sempre di più le strutture ai casi limite, come quello del decesso di Spoleto, che dovrebbero essere prevenuti e non rincorsi”: così la capogruppo regionale del Pd, Simona Meloni. La quale sottolinea “come si continui a smobilitare e a mettere pezze su una situazione dove non sono più sufficienti interventi di rattoppo”.
“Serve – spiega Meloni in una nota – un cambio di rotta strutturale e lo ripetiamo da inizio legislatura, di fronte ad una caotica gestione della pandemia e a una ristrutturazione della sanità che non ha saputo creare le condizioni della ripartenza, ma ha amplificato le problematiche, dando la stura a una fuga di professionisti verso altre Regioni o verso il settore privato. Da questo contesto nasce la situazione dell’Azienda ospedaliera di Perugia. Nel primo ospedale della regione, la radiologia interventistica è appaltata a questo accordo con l’ospedale di Terni, al quale rivolgersi in caso di necessità. In caso di indisponibilità del professionista, infatti, dovranno essere contattati i radiologi di Terni e, nel caso ci fosse la necessità di trasferimento in reparto, dovrà essere organizzato il trasferimento a Terni. È chiaro che queste condizioni di emergenza saranno sempre più frequenti, alla luce della mancanza di personale in grado di garantire urgenze.
L’appello che ripeteremo in tutte le sedi, istituzionali e politiche, è che la presidente Donatella Tesei si assuma le responsabilità di questo sfacelo e innesti una seria inversione di marcia, con l’obiettivo di far sì che casi come quelli di Spoleto, con il 70enne morto d’infarto perché rimpallato tra Foligno e il San Matteo degli infermi, non si verifichino più.
Il fondo è stato raggiunto, i rischi per i cittadini sono purtroppo altissimi ed è necessario impegnarci ora nella risalita”.