“SergioPerLaMusica” chiude in positivo il suo primo bilancio consuntivo

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Si è chiuso con un video bello ed emozionante l’incontro pubblico organizzato lunedì scorso presso il Cinema PostModernissimo di Perugia dalla Fondazione SergioPerLaMusica. L’obiettivo della serata era quello di relazionare sugli eventi e le iniziative realizzate nell’anno trascorso e condividere i progetti per il 2016 con i propri sostenitori, nell’ottica di un confronto su idee, prospettive, intenti. E così l’ultimo regalo a sostenitori e amici è stato un ricordo di quella che è stata una delle avventure più grandi e importanti del 2015 per la Fondazione e più in generale per il mondo culturale regionale: con la proiezione di un video inedito, sono stati ripercorsi i momenti dell’irripetibile edizione 2015 del festival “Moon in June”, ritornando con le immagini e il pensiero allo straordinario scenario dell’Isola Maggiore e alle note degli artisti che ne sono stati protagonisti: Giovanni Guidi, Gary Lucas e Vinicio Capossela su tutti. La serata di condivisione e convivio è stata perciò l’occasione per raccontare il vissuto della Fondazione “casa di vetro”, con un primo anno di vita che si è configurato come un percorso all’insegna della partecipazione collettiva e della trasparenza, e il suo progetto culturale per l’Umbria, diventato grazie a tante persone realtà, nell’intento di scrivere una storia comune votata alla cultura, alla bellezza e alla speranza. In linea con il fondamentale principio di chiarezza che contraddistingue la Fondazione, è stato reso noto il bilancio consuntivo delle attività 2015. Renzo Patumi, responsabile amministrativo della Fondazione, ha preso la parola per una informativa che ha fatto a nome del Consiglio di Amministrazione: “Ci è sembrata dovuta – ha detto Patumi – verso tutti voi che in buona parte ci avete sostenuto, in molti sin dal primo momento, finanziariamente, ma anche partecipando a molte nostre iniziative. Non sempre basta fare ciò che prescrive la legge: per noi rendicontare a chi ci ha sostenuto è un impegno importante”. Al 31 dicembre ultimo scorso la Fondazione ha chiuso in positivo il suo primo bilancio, che il Consiglio di Amministrazione ha approvato, base importantissima per le iniziative del 2016. Dopo i ringraziamenti di rito a tutti i soggetti e realtà culturali che hanno supportato la Fondazione lo scorso anno, il presidente Virgilio Ambroglini, ad un anno preciso dalla prima assemblea al Teatro Lyrick di Assisi, è ripartito dalle parole finali di Gaber, “insieme possiamo farcela”, citate durante quella relazione per portare ancora avanti lo stesso spirito. Il percorso sinora intrapreso dalla Fondazione, ha sottolineato il presidente, ha pure permesso di dissipare i dubbi iniziali, le preoccupazioni avanzate dopo la sua nascita: “Non perseguiamo alcuno scopo di lucro, il nostro fine è la promozione culturale e non il guadagno con attività culturali, cosa legittima ma che non ci appartiene. Abbiamo dimostrato nei fatti che questo pregiudizio era infondato. Come infondato era il timore che volessimo escludere: noi puntiamo all’inclusione e alla partecipazione, siamo aperti a chiunque voglia entrare e portare il proprio contributo pratico o ideale, persino a coloro che inizialmente dubitavano. Come abbiamo detto il 29 marzo 2015, la Fondazione è di tutti e aperta a tutti”. A seguire c’è stato l’annuncio dei risultati raggiunti. Il primo “straordinario e unico” è quello dei 1.050 soci e a seguire i due appuntamenti che la Fondazione si era prefissata: “Moon in June” e “Rockin’ Umbria” ad Umbertide. Inoltre, ha aggiunto Ambroglini, merito della Fondazione è stato anche quello di aver riaperto il dibattito sul Turreno e sulle politiche culturali per la città e la regione: “Il processo messo in campo è soprattutto per valorizzare ancora di più, a coronamento del percorso di condivisione, le realtà culturali esistenti nella città e nella regione, sia quelle già avviate e sostenibili sia quelle con possibilità di sviluppi e di crescita, con la Fondazione che si è già candidata alla gestione dello spazio e ribadisce la sua volontà a condurre questo processo”. Infine il rapporto di collaborazione avviato con l’ITTS di Perugia, grazie alla disponibilità del dirigente scolastico Rita Coccia, un primo passo verso l’obiettivo dell’Università del Suono (progetto momentaneamente sospeso a causa dei problemi di salute del maestro Vittorio Nocenzi, al quale di deve, tra l’altro, il nome della Fondazione). Ma accanto ai successi, durante la serata si è parlato anche “non tanto di sconfitte quanto di motivi di rammarico, per quegli obiettivi – ha osservato Ambroglini – che ci eravamo posti e che vi avevamo presentato un anno fa al Lyrick ma che, a oggi, non hanno trovato realizzazione”. Primo, quello della sede della Fondazione a Isola Maggiore (piano superiore del Museo) che non è stata allestita, benché resa disponibile. La Fondazione aveva poi pensato di realizzare un libro che, partendo dall’esperienza personale di Sergio Piazzoli, ripercorresse i trent’anni cruciali per la vita culturale di Perugia e dell’intera regione: una pubblicazione ipotizzata per il 20 giugno di quest’anno. Infine, era stato proposto un progetto per la valorizzazione dell’intero territorio del Trasimeno, grazie alla creazione di una rete tra i Comuni del Lago, che quindi ad oggi non si è potuto ancora realizzare. Un anno fa, inoltre, erano stati annunciati due elementi di novità che avrebbero e hanno distinto la Fondazione a livello nazionale, come prima fondazione popolare, animata dall’intento di condividere e includere, e prima con una direzione artistica collettiva. “Questi due principi sono ancora cardini irrinunciabili per la Fondazione”, ha dichiarato Ambroglini che ha poi rilanciato parlando di una “Fondazione dell’inutile” e “dell’utilità dell’inutile”. “In una società concentrata solo sull’utile e votata ciecamente al dio denaro – ha sottolineato –, noi vogliamo occuparci invece della bellezza, delle idee, della crescita spirituale collettiva. Di tutti quei valori immateriali – contraddicendo anche quindi il significato originario del termine ‘valore’ – che vengono troppo spesso oggi trascurati perché considerati ‘improduttivi’”. In merito al programma delle attività per il 2016, la Fondazione sta lavorando a delle proposte per replicare “Moon in June”, con un omaggio al presidente onorario Robert Wyatt rinominando l’isola Maggiore come “L’isola di Wyatt”. Anche “Rockin’Umbria” sta prendendo forma, grazie al lavoro di una direzione artistica collettiva che si è concentrata sul tema delle celebrazioni per i 40 anni del punk e sull’impatto che questa sottocultura ha avuto anche sul nostro territorio. Partendo poi sempre dall’esperienza di Rockin’Umbria ad Umbertide, grazie al progetto Umbria Calling la Fondazione continuerà a dare spazio agli artisti emergenti locali con una rete già avviata ed in crescita tra le realtà indipendenti attive sul territorio regionale.
La Fondazione è inoltre impegnata a definire alcune eccezionali lezioni magistrali sul ruolo culturale della musica nella società contemporanea (con possibili ospiti come Fiorella Mannoia e Ivano Fossati). Infine, i frati del Sacro Convento confermano e ribadiscono la volontà di affiancare SergioPeLaMusica nell’idea di un grande concerto per la vita ad Assisi (“Vive la vie, Vive la musique”), con ospiti nazionali e internazionali, da realizzare entro la fine del Giubileo (ottobre 2016), ed ancora più necessario dopo gli ultimi tragici fatti di cronaca di Bruxelles: “Rilanciamo quindi questo grande evento in nome della pace e della vita, perché non basta secondo noi catturare il terrorista di turno per riportare la speranza e ribadire l’importanza dell’arte, della cultura e della dignità umana contro la violenza che le minaccia”. Il programma “è ambizioso ma ancora incerto”, ha evidenziato Ambroglini, perché “si può concretizzare solo se si trovano le condizioni economiche e morali necessarie e solo in un contesto che supporta la visione che ci identifica, le nostre iniziative possono trovare compimento”. Se Regione Umbria ed enti, ha aggiunto, “credono in questo nostro progetto sull’utilità dell’inutile, allora siamo qui a disposizione, offrendo alla collettività le nostre idee e i nostri sogni”. Sul finale è arrivato poi un nuovo annuncio da parte del presidente della Fondazione: “Ci piacerebbe realizzare un grande evento nella data che autenticamente identifica la storia di Perugia: il 20 giugno è il giorno simbolo dei valori che vogliamo ribadire, considerando invece che la rievocazione ‘Perugia 1416’ per la città rappresenta quello che per l’Italia è stato Caporetto, per citare il prof. Grohman”. Prima di tutto c’è l’idea di realizzare una “lezione civica” sull’identità di Perugia, tenuta dallo stesso Grohman e rivolta a tutta la cittadinanza. In questa prospettiva proponiamo anche l’iscrizione di Meredith Kercher nell’albo d’oro della città e un concerto per la studentessa con artisti italiani ed inglesi, coinvolgendo ufficialmente sia il governo italiano sia quello britannico. “Vorremmo insomma – ha spiegato Ambroglini – realizzare un progetto di comunanza universale invece che un’operazione nostalgica e storicamente discutibile in calzamaglia”. Per quanto riguarda il futuro della Fondazione, a conclusione della serata, si è poi espresso Ambroglini rivolgendosi ai sostenitori: “Il futuro dipende da noi, ma questa volta non solo da noi, se non c’è unione di intenti e condivisione di valori anche per sconfiggere odio e violenza dilaganti. Intanto vi chiediamo di rinnovare la vostra fiducia per un altro anno, che sarà il più difficile della nostra vita ma anche quello, si spera, del rilancio definitivo”. Per questo motivo è stato anche aperto il tesseramento a sostegno della Fondazione. La tessera di adesione non ha solo il valore simbolico di rafforzare il legame con i propri soci, ma avrà anche un riscontro pratico con l’imminente attivazione di convenzioni e offerte con alcuni tra i principali soggetti operanti sul territorio in ambito culturale. L’incontro pubblico al PostModernissimo è iniziato con un omaggio, grazie ad una piccola esibizione d’apertura voce e chitarra del musicista perugino Francesco Bellucci, a uno dei più grandi artisti di sempre: con la sua opera, infatti, David Bowie ha coniugato il linguaggio universalmente godibile del pop con la sperimentazione e l’avanguardia più audaci, superando i confini del rock e allargando la sua influenza a tutte le forme espressive. Perché la scintilla da cui è scaturito il sogno della Fondazione è l’inattaccabile passione per l’arte e per la musica. E ricordando l’immenso artista inglese, è stata così onorata anche la memoria dei grandi della musica che ci hanno lasciato negli ultimi mesi. Al termine della serata il presidente Ambroglini, prima di lanciare il video di “Moon in June” realizzato da Maurizio Troccoli con il supporto di Umbria24 e Promovideo, ha citato, augurando a tutti “una vita di inutilità”, Italo Calvino: “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà. Se ce n’è uno. È quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.