Rischio amianto, la Usl Umbria 1 attiva il servizio di controllo sanitario per i lavoratori

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Rischio amianto, la Usl Umbria 1 attiva il servizio di controllo sanitario per i lavoratori. Secondo i dati del registro tumori umbro, nella regione dal 2011 al 2015 registrati 23 casi l’anno di mesotelioma. Nel 2018 l’Inail ha riconosciuto 26 patologie professionali da amianto di cui 6 mortali

   

 

Nell’ambito di un’ampia attività di prevenzione dai rischi da amianto e come previsto anche dalla normativa vigente, il dipartimento di prevenzione della Usl Umbria 1 ha istituito un servizio per il controllo sanitario dei lavoratori ex esposti ad amianto. In particolare, il servizio ha lo scopo di fornire ai cittadini informazioni sui rischi per la salute derivanti dall’esposizione ad amianto, assistenza per la diagnosi delle malattie, anche professionali, correlate al materiale e per il riconoscimento dei benefici previdenziali legati alle pregresse esposizioni ad amianto. Il servizio è gratuito. Per informazioni è possibile contattare il numero 0755412483 lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12.

L’amianto è un materiale in grado di provocare molteplici effetti dannosi sulla salute delle persone, effetti legati all’inalazione delle sue fibre. Attualmente costituisce un rischio soprattutto per i lavoratori che operano nel settore della bonifica e smaltimento dei materiali che lo contengono, essendo stato vietato dal 1992, ancora largamente presenti sia nei luoghi di vita che in quelli di lavoro.

L’inalazione può causare, generalmente a distanza di molti anni dall’esposizione, patologie diverse che vanno dalle placche pleuriche, all’asbestosi fino ad arrivare ai tumori, soprattutto mesoteliomi e tumori delle vie respiratorie. Secondo il Registro tumori umbro di popolazione, organismo istituzionalmente preposto al monitoraggio epidemiologico dei tumori, nel quinquennio 2011-2015, nella nostra regione i nuovi casi di mesotelioma sono stati circa 23 all’annoLe malattie professionali da amianto riconosciute in Umbria dall’Inail nel 2018 sono state, invece, 26 di cui 6 mortali.