“Riflessioni sul Teatro Sociale di Amelia”

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Foto NewTuscia

“Riflessioni sul Teatro Sociale di Amelia”. Il comunicato del Movimento Civico Amelia 2030 sulla vicenda del Teatro sociale di Amelia

   

Di seguito, il comunicato del Movimento Civico Amelia 2030 sulla vicenda del Teatro sociale di Amelia a firma del proprio portavoce, Avv. Francesco Sconocchia.

“Molto acceso in questi giorni è il dibattito intorno alla vicenda della vendita all’asta del nostro Teatro Sociale. Come movimento civico Amelia2030 riteniamo, ovviamente,che le politiche culturali siano al centro di ogni strategia di azione, ma crediamo anche che la politica culturale richieda, soprattutto competenze,coraggio e ampie visioni. Abbiamo seguito con particolare attenzione la nascita dell’ associazione “Amici del teatro di Amelia”.Certo, fosse nata anni fa questa associazione avrebbe sicuramente giovato all’attività della Società Teatrale, fatto da stimolo e sostegno: ma non importa, le forme associative sono segno, quasi sempre…….di vitalità. Il motto è: “Guai a toccare il teatro Sociale!” quasi a volerlo difendere dallo “scippo”del “cattivo” soggetto privato che certamente lo sottrarrà (alcuni lo pensano o lo fanno credere) alla sua secolare vocazione per l’onesto divertimento dei cittadini, come è scritto sulla porta di ingresso al teatro stesso. La cittadinanza (apparentemente),vuole che si eserciti il doveroso diritto di prelazione da parte di chi di dovere. Orbene, nutriamo molti dubbi, anche sul reale peso numerico di determinate azioni e su queste modalità di comunicare ed utilizzare la vicenda in questione. Infatti,se attentamente si riguarda a tutta la storia del Teatro, come riprendendo con più attenzione la lettura di un libro dall’inizio, la domanda che ci poniamo come movimento civico non è se le sorti del teatro ci stanno a cuore o meno, perché la risposta appare lapalissiana, ma piuttosto che ruolo attivo ha avuto, ha o deve avere il nostro Teatro nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Quanto opportunismo, mero calcolo politico, assenza di reale visione, ci sono in certe accorate e improvvise prese di posizione?In queste settimane, e nelle prossime, assisteremo sicuramente a molti e ulteriori effetti speciali. Certo è che il teatro Amerino nasce nel 1782 dalla volontà di un gruppo di nobili e borghesi locali e che in quasi due secoli di storia proprio grazie alla compagine privata che lo ha gestito, ha offerto non solo un invidiabile programma musicale e teatrale, ma ha fatto da palcoscenico a numerose iniziative sociali e popolari a servizio di associazioni e a favore della cittadinanza. Dunque esso ha avuto sempre una notevole funzione pubblica,pur essendo “privato”.Ci chiediamo ora: quanti amerini hanno dato il loro sostegno, ad esempio, semplicemente anche partecipando attivamente alle edizioni dell’Ameria Festival, ovvero una delle più importanti manifestazioni di rilievo nel panorama locale?Ulteriore riflessione, in questo contesto, che un bene culturale complesso come un teatro, per il quale sono necessari impegni economici particolarmente onerosi, necessiti quanto mai di quella imprenditorialità e capacità, anche economica, per essere quel motore della cultura e della società amerina nell’ottica di una gestione efficace e lungimirante,che sappia interloquire con le realtà del territorio e creare forme di collaborazione virtuose nell’interesse generale. Noi crediamo che un teatro nato “privato” possa tranquillamente rimanere tale se un imprenditore sensibile e rispettoso della storia come siamo certi sia Antonio Tacconi,ne sappia rilanciare lo spirito con cui i fondatori lo hanno edificato. Siamo certi che solo un progetto strategico condiviso,che coinvolga in modo sano e trasparente i soggetti pubblici, gli imprenditori privati e le realtà associative sul territorio sia la chiave indispensabile e imprescindibile per la crescita culturale ed economica della nostra città e per affrontare senza prese di posizione precostituite le sfide che ci attendono“.