Si arricchisce la rete del soccorso sanitario umbro grazie al protocollo operativo tra la Centrale operativa unica regionale del 118 e il Soccorso alpino e speleologico Umbria (“Sasu”), approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, in attuazione della Convenzione tra Regione Umbria e Sasu, servizio regionale del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. Grazie a questo accordo – definito dopo una fase di sperimentazione che ha preso avvio nel 2015 – il Sasu assicurerà interventi di soccorso, recupero e trasporto sanitario e non sanitario di persone infortunate in ambiente montano, ipogeo e in ogni luogo impervio del territorio regionale, attraverso l’impiego di personale esperto e mezzi specifici per tali scenari, a supporto degli operatori del 118 e degli altri equipaggi di soccorso come vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine. Gli esperti del Soccorso alpino e speleologico Umbria sono reperibili 24 ore su 24 e vengono attivati dalla Centrale operativa del 118 ogni qual volta è necessario intervenire in ambienti ostili come terreni montani o impraticabili, cavità e scarpate, in situazioni climatiche difficili, durante grandi emergenze come terremoti, alluvioni, valanghe o quando il soggetto infortunato o in pericolo può essere raggiunto tramite l’utilizzo di tecniche speleologiche o alpinistiche. “I volontari del Sasu – evidenzia Barberini – rappresentano una risorsa importante, che qualifica e arricchisce la rete regionale del soccorso sanitario, dell’urgenza e dell’emergenza che si sviluppa sul territorio regionale anche con forme di collaborazione con le regioni confinanti, come ad esempio per elisoccorso, al fine di garantire la migliore assistenza possibile. Durante la recente crisi sismica, hanno svolto un ruolo fondamentale a supporto delle popolazioni colpite dal terremoto non solo in Umbria, ma anche nel Lazio e nelle Marche concorrendo al salvataggio di numerose persone in situazioni difficili, segnate da crolli e smottamenti. Dal 30 ottobre scorso ad oggi – continua l’assessore – le squadre del Sasu sono impiegate quotidianamente nelle zone del cratere sismico umbro, soprattutto nelle frazioni rimaste isolate”. Il Soccorso alpino e speleologico Umbria conta 73 tecnici volontari, 14 mezzi di soccorso e 2 quad. Dal primo gennaio al 30 settembre 2016, sono stati 76 gli interventi di soccorso sanitario effettuati verso 86 persone, con l’impiego di 466 soccorritori e oltre 3.800 ore di lavoro e 26 uscite con l’elisoccorso. Dopo il sisma del 24 agosto e del 30 ottobre, le squadre del Sasu sono intervenute su richiesta del Dipartimento della Protezione Civile concorrendo in particolare, con 41 operatori, al salvataggio di 55 feriti gravi ad Amatrice.