Oltre 130 pazienti ricoverati in un mese nell’ospedale da campo regionale di Perugia

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Sono stati ricoverati 132 pazienti affetti da Sars-CoV-2 dal 10 marzo scorso, giorno di apertura dell’ospedale da campo della Regione Umbria, realizzato con risorse della Banca d’Italia e collocato a ridosso del Santa Maria della Misericordia di Perugia.

La struttura, composta da 12 posti letto di sub-intensiva, 8 di terapia intensiva e 10 di degenza ordinaria, è utilizzata per il ricovero in OBI – Osservazione Breve Intensiva – di pazienti acuti Covid che, dopo l’inquadramento clinico e la stabilizzazione, vengono tenuti in osservazione per un periodo medio di due o tre giorni e poi trasferiti nelle degenze covid dell’ospedale intramurario.

Nell’ospedale campale regionale sono impiegati 8 medici, 15 infermieri, più un infermiere con funzioni di coordinamento, personale di raccordo con le strutture e i servizi sanitari posti all’interno delle mura dell’ospedale, e 5 operatori socio sanitari, tutti  guidati dal dottor Paolo Groff, Direttore del Dipartimento di Emergenza e Urgenza dell’Ospedale di Perugia, in collaborazione con la coordinatrice infermieristica del dipartimento dott.ssa Monia Ceccarelli.

“I pazienti che accedono all’ospedale campale regionale – dice Paolo Groff – sono pazienti Covid positivi che provengono dal territorio traspostati dal 118. Al loro arrivo vengono valutati rispetto alla gravità della loro condizione clinica e immediatamente sottoposti alle cure più adeguate che spesso consistono nell’utilizzo della ventilazione non-invasiva e nell’ossigenoterapia ad alto flusso. Nella struttura semi-intensiva dell’ospedale da campo ogni letto è attrezzato per poter fornire questo tipo di trattamento ed ogni paziente è sottoposto a monitoraggio continuo non invasivo dei parametri vitali grazie ad un sistema di monitoraggio centralizzato. Durante l’osservazione breve intensiva – continua Groff –  i pazienti sono assistiti assiduamente dal personale, ricevono la terapia medica secondo gli standard disponibili ed effettuano consulenze specialistiche ove necessario. Al termine della loro permanenza in OBI vengono trasferiti alle strutture COVID dell’ospedale murario secondo il livello di intensità necessario”.

“La struttura campale regionale – afferma il dottor Marcello Giannico, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia –  è di grande supporto perché ha permesso di diversificare gli accessi in Pronto Soccorso, riservando esclusivamente l’ospedale campale all’ingresso di pazienti Covid conclamati, nel pieno rispetto della destinazione d’uso. Inoltre, l’altissima tecnologia sanitaria in dotazione permette, oltre al trattamento immediato del paziente, anche l’esecuzione in loco di esami diagnostici strumentali con la tele-refertazione da parte dei servizi interni dell’ospedale intramurario”.