Nuovo piano sociale regionale, avviata la fase di concertazione e partecipazione

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“Con il nuovo Piano sociale regionale vogliamo costruire insieme un modello umbro che, tenendo conto dell’attuale contesto di crisi e dei mutamenti sociali così come dell’esperienza positiva fin qui maturata in Umbria, si basi sui principi dell’equità, della centralità della persona e dei territori, la responsabilizzazione dei cittadini e un rinnovato protagonismo delle istituzioni, a cominciare dai Comuni. Possiamo farlo, con il contributo di tutti”.

   

Lo ha sottolineato l’assessore regionale alla Coesione sociale e Welfare, Luca Barberini, intervenendo stamani a Villa Umbra alla giornata di lavoro durante la quale è stata presentata la proposta del nuovo Piano, preadottata dalla Giunta regionale, dando avvio al percorso di concertazione e partecipazione che si concluderà ai primi di dicembre con la presentazione alla comunità regionale e il successivo invio all’Assemblea legislativa. Alla giornata di lavoro hanno preso parte oltre duecento fra sindaci e assessori comunali in rappresentanza di Comuni e Zone sociali, rappresentanti di Onlus, Organismi della cooperazione, Associazioni, Enti di promozione sociale, Fondazioni, Organizzazioni del volontariato, Usl, Sindacati, Enti di patronato, Organizzazioni di categoria e soggetti pubblici e privati interessati.

“Un’ampia partecipazione – ha rilevato l’assessore – che conferma la volontà comune di contribuire alla costruzione e all’attuazione di un Piano corrispondente ai bisogni della comunità regionale. Possiamo contare sulla grande opportunità che ci deriva dalla programmazione comunitaria: per il settennato 2014-2020 abbiamo destinato il 23 per cento delle risorse disponibili, 55 milioni di euro, agli interventi nel sociale – ha ricordato – quasi raddoppiando gli investimenti fin qui garantiti. Risorse che vogliamo impiegare, è la sfida che ci troviamo di fronte, per dare risposte ai nuovi bisogni di giovani, anziani, famiglie, persone in difficoltà, per il contrasto alla povertà e la coesione sociale”.

L’assessore Barberini ha tracciato la “road map” del Piano sociale e della programmazione regionale.

“Dopo questa giornata di studio e confronto, nel mese di novembre – ha detto – valorizzando la coprogettazione in attuazione del principio di sussidiarietà, gli uffici regionali continueranno a raccogliere proposte di modifiche e integrazioni, azioni di miglioramento, osservazioni con cui arricchiremo il testo attuale. Vogliamo procedere speditamente, recepire ogni contributo utile a miglioralo e se il Piano sociale sarà il primo ‘mattone’ proseguiremo nei primi mesi del 2016 con il Piano sanitario regionale e con il Prina, il Piano integrato per la non autosufficienza”.

L’assessore Barberini si è soffermato sul ruolo “potenziato rispetto ai precedenti Piani regionali” delle 12 Zone sociali e dei Comuni capofila, in cui si consolida l’Ufficio di Piano come struttura per la pianificazione sociale e sociosanitaria del territorio, prevedendo anche laboratori di comunità, “per una conoscenza e una capacità di intervento il più corrispondente possibile alla realtà e alle esigenze dei territori” e ha inoltre rimarcato l’importanza, non solo numerica con oltre 20mila addetti, del Terzo Settore, per la coesione sociale.

“L’Umbria  – ha detto – ha saputo costruire negli ultimi dieci anni una forte rete di assistenza sociosanitaria, la sfida dei prossimi anni è quella di costruire una rete orientata sui servizi sociali, in grado di sostenere le persone più in difficoltà. A questo concorreranno gli strumenti e le risorse che verranno attivate con la programmazione regionale, con leggi quali quella sulle politiche giovanili, con la partecipazione della Regione agli interventi del Piano nazionale per la lotta alla povertà che prevede lo strumento del ‘Ria’, il reddito per l’inclusione attiva”.

Un Piano sociale che sarà integrato e armonizzato con il Piano sanitario regionale, come ha rilevato il direttore alla Salute e Coesione sociale della Regione Umbria, Emilio Duca, che ha evidenziato gli aspetti dell’innovazione sociale e di un nuovo approccio ai servizi di welfare contenuto nel documento. Con il Piano, la Regione Umbria intende assumersi la responsabilità di costruire in modo condiviso e partecipato e ridefinire i “Liveas”, i livelli essenziali degli interventi e delle prestazioni da garantire su tutto il territorio “per arrivare a soglie essenziali valide per tutti, o differenziate solo in ragione di diverse caratteristiche ed esigenze delle popolazioni e territori”. Fra gli investimenti strategici previsti del Piano, c’è anche quello in monitoraggio e valutazione con il consolidamento del servizio sperimentale del “Siso”, il Sistema informativo sociale, per l’aggiornamento continuo delle informazioni, la sistematicità, la fruibilità e la comunicazione degli esiti al territorio. Le azioni tematiche del nuovo Piano, inserite nel contesto regionale e nello scenario nazionale ed europeo, si focalizzano sulle politiche per i giovani, per il contrasto alla povertà e per l’inclusione sociale, le politiche di integrazione dei migranti, per le persone e le famiglie, per le persone anziane, per favorire partecipazione e inclusione sociale e partecipazione delle persone disabili, cui si accompagnano la programmazione integrata per la non autosufficienza e le politiche di promozione e sostegno al Terzo settore con particolare riferimento all’impresa sociale”. La giornata di lavoro, aperta dall’amministratore unico della Scuola umbra di amministrazione pubblica Alberto Naticchioni che ha ricordato la collaborazione con la Regione per la predisposizione del Piano, è proseguita con un approfondimento e un confronto sui temi del Piano al quale sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Panicale Giulio Cherubini in rappresentanza dell’Anci (Associazione nazionale Comuni) Umbria; Carlo Di Somma, presidente regionale Federsolidarietà-Confcooperative; Giancarlo Billi, presidente del Cesvol-Centro servizi per il volontariato Perugia; Andrea Bernardoni, portavoce Forum Terzo Settore Umbria. Nel pomeriggio, il lavoro è proseguito con tre “focus group” cui hanno partecipato rappresentanti di Comuni, Zone sociali, e soggetti pubblici e privati interessati, incentrati sulla “governance delle rete dei servizi e degli interventi sociali”, sulle “azioni tematiche del Piano sociale regionale e il ruolo del volontariato” e su “innovazione sociale e il Terzo Settore”.