L’Università degli Studi di Perugia assegna il Bartolo D’Oro

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Premiate anche le migliori tesi di laurea

   

Solenne cerimonia, in un’Aula Magna particolarmente affollata, per la consegna del “Bartolo d’Oro”, riconoscimento istituito dall’Università degli Studi di Perugia per onorare le personalità illustri che hanno effettuato i propri studi presso l’Ateneo perugino, nonché per la premiazione delle migliori tesi di laurea dei 14 Dipartimenti UniPg per l’anno accademico 2021/2022.

Il saluto introduttivo del Rettore Oliviero

“Questa data segna l’avvio di una tradizione importante – ha affermato il Magnifico Rettore Prof. Maurizio Oliviero -: da oggi il 20 Marzo sarà la giornata dell’università italiana, un’occasione per narrare le storie e le tradizioni delle università, svelandone i tesori nascosti. Abbiamo deciso di far coincidere questa giornata con la riattivazione da parte del nostro Ateneo del Bartolo d’Oro, la massima onorificenza che possiamo conferire, per omaggiare i nostri alumni illustri.

Il Bartolo d’Oro, dedicato a Bartolo da Sassoferrato, grande maestro del diritto civile, riflette non solo la sua influenza giuridica ma anche il suo contributo alla politica e alla visione di un buon governo basato sulle regole del diritto. Bartolo è stato anche un uomo di visioni ampie e ambasciatore della città di Perugia.

Oggi desideriamo affermare la responsabilità di custodire e trasmettere i valori e gli insegnamenti radicati nella nostra storia, per diventare riferimenti per le future generazioni. Siamo tutti protagonisti del tempo presente, eredi di un passato che deve guidarci verso il futuro. Le università, templi laici della cultura, hanno il compito di mantenere viva questa eredità.

Il nostro Ateneo, fondato nel 1308 e sede della terza scuola di medicina del mondo, fu riconosciuto da Papa Giovanni XXII per la sua capacità di offrire opportunità agli studenti: un riconoscimento che sottolinea l’importanza della comunità e dello spazio universitario come luogo di crescita e apprendimento.

Per questo, oggi – ha concluso il Magnifico -, rendiamo omaggio ai nostri alumni d’onore. Spero che questa giornata sia di festa e riflessione per tutti. Grazie per il vostro contributo a questa nostra lunga e ricca tradizione”.

Il “Bartolo d’Oro”, destinato alle laureate e ai laureati dell’Ateneo che hanno raggiunto livelli di eccellenza nelle proprie carriere professionali, contribuendo così, con il proprio operato, a promuovere il nome dello Studium, è stato assegnato alla scienziata Ilaria Capua, alla giornalista Rai Giorgia Cardinaletti, alle diplomatiche Patrizia Falcinelli, Direttore generale per le Risorse e l’Innovazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Majlinda Frangaj, Ambasciatore d’Albania presso la Santa Sede, allo scienziato Pier Giuseppe Pelicci,  Direttore della Ricerca all’Istituto Europeo dei Tumori (IEO) e Professore Ordinario all’Università degli Studi di Milano, e al magistrato Sergio Sottani,  Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Perugia.

 

Il premio consegnato ai benemeriti dell’Università degli Studi di Perugia – che saranno inseriti in un apposito Albo d’Oro – è costituito da una medaglia, recante l’effige di Bartolo da Sassoferrato e il sigillo dello Studium Generale.

Presenti i Direttori dei 14 Dipartimenti dello Studium

I riconoscimenti per le migliori tesi di ciascun Dipartimento dell’Università degli Studi di Perugia  sono stati consegnati ai dottori Mario Capozucca (Dipartimento di Matematica e Informatica); Lorenzo Salvatore Frisullo (Scienze agrarie, Alimentari ed Ambientali), Anna Fornaciari e Pamela Di Fino, ex aequo  (Scienze Politiche), Edoardo Ghirelli (Fisica e Geologia); Chiara Castellani (Ingegneria), Valeria Sulla (Lettere – Lingue, letterature e civiltà antiche e moderne), Vittoria Battaglini (Ingegneria Civile ed Ambientale), Elisa Bei (Giurisprudenza), Lorenzo Baldinelli (Chimica, Biologia e Biotecnologie), Marta Casciari (Scienze Farmaceutiche), Alessio Mencaroni (Economia), Alessio Tomarelli (Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione), Martina Geusa (Medicina e Chirurgia), David Forti (Medicina Veterinaria).

La premiazione in Aula Magna è stata arricchita dall’esibizione del Coro dell’Università degli Studi di Perugia, diretto dal Maestro Marta Alunni Pini (che ha eseguito, in apertura, l’Inno dell’Ateneo perugino) e dall’Ensemble Jazz del Conservatorio “Francesco Morlacchi” di Perugia, con Alessandro Biagioli (clarinetto), Leonardo Gensini (chitarra) e Giacomo Laureti (contrabbasso).

La cerimonia si colloca nell’ambito delle iniziative per la prima edizione della Giornata nazionale delle Università Italiane, intitolata “Università Svelate“, istituita dal Ministero dell’Università e Ricerca e promossa dalla CRUI  – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane -, con l’obiettivo di sensibilizzare la società sul ruolo e sulla missione del sistema universitario nelle sue molteplici funzioni: ricerca, didattica e public engagement.

Per questa occasione, attraverso la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane è giunta anche una lettera di saluto da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di cui il Magnifico Rettore ha dato lettura in apertura della cerimonia ed è stato proiettato il video inviato dal Ministro per l’Università e la Ricerca Anna Maria Bernini a tutti gli atenei italiani.

 

Bartolo da Sassoferrato

Bartolo nacque a Sassoferrato, nella Marca Anconetana, nel 1313 o nel 1314.

Dal 1328 al 1333 compì nello Studio di Perugia gran parte della sua formazione giuridica, avendo tra i suoi maestri Cino da Pistoia, sommo civilista, poeta e amico di Dante. Concluse gli studi a Bologna, dove conseguì la laurea in diritto civile il 10 novembre 1334. Dopo essere stato giudice a Todi, avvocato della Curia generale della Marca a Macerata e di nuovo giudice a Pisa, nel cui Studio insegnò diritto civile per un triennio, nel 1342 fece ritorno a Perugia, ove trascorse gli ultimi quindici anni di vita, divenendo nel 1348 cittadino perugino.

A Perugia fu maestro di diritto civile, consulente, priore del Collegio dei giudici, ambasciatore del Comune nel maggio 1355 presso l’imperatore Carlo IV, nel momento più alto della politica di espansione territoriale della città, nonché di massima vitalità e stabilità del suo governo popolare.

Le sue dottrine hanno goduto per secoli di un’autorità ineguagliata e costante, innervando la tradizione giuridica occidentale. Di spessore non minore il suo pensiero politico, testimoniato dai trattati contro la tirannia e sul regime delle città, in cui esalta la virtù politica del governare secondo diritto come condizione per orientare l’esercizio del potere al bene comune.

Morì a Perugia nel 1357 o nel 1358.

Le sue spoglie riposano nella chiesa di San Francesco al Prato, dove volle essere seppellito.