La Regione Umbria celebra i 20 anni di attivazione di servizi adozioni

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Il convegno alla Sala dei Notari di Perugia per ribadire il diritto dei minori a vivere in una famiglia

   

È iniziato oggi, mercoledì 23 novembre, nella Sala dei Notari di Perugia, il primo di tre appuntamenti promossi dalla Regione Umbria e dalla Garante dell’infanzia e dell’adolescenza regionale, Maria Rita Castellani, che riguardano il diritto dei bambini ad avere una famiglia e crescere in ambienti educativi sani. Adozione, affido familiare e il programma di intervento per la prevenzione all’istituzionalizzazione dei minori (progetto P.I.P.P.I) sono le tre macro aree oggetto di approfondimenti, studio e condivisione delle buone prassi che iniziano oggi e proseguiranno nei prossimi mesi.

L’adozione è il tema affrontato nella giornata odierna. Proprio il mese di novembre, che dal 1989 è dedicato internazionalmente ai diritti dell’infanzia, si è celebrato il ventennale dell’attivazione dei centri adozioni nei comuni e nelle zone sociali dell’Umbria. Un periodo di attività adeguato a una valutazione complessiva delle attività svolte nei territori. Durante la giornata di studio, infatti, dopo i saluti istituzionali affidati al direttore regionale “Salute e Welfare, Massimo D’Angelo, e alla Garante per l’infanzia e adolescenza, Maria Rita Castellani, le professioniste e i professionisti attivi nei procedimenti di formazione e valutazione delle coppie che hanno fatto richiesta di adozione, hanno avuto modo di raccontare luci e ombre dei percorsi burocratici e relazionali relativi alla genitorialità adottiva in Umbria. Valutazioni che si sono poi connesse con le attività del Tribunale per i Minorenni di Perugia, rappresentato dalla dott.ssa Giuseppina Arcella.

Racconti ed esperienze che hanno trovato una sintesi nelle parole del prof. Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta, che durante la presentazione del suo libro “La sfida dell’adozione. Cronaca di una terapia riuscita” ha messo in luce le risorse della famiglia adottiva soprattutto nei momenti crisi attraverso la rielaborazione clinica dei traumi. Un percorso spesso “a ostacoli” che ribadisce il valore, l’importanza e la complessità di un passaggio di consegne da chi non ce la fa a esercitare la genitorialità a chi invece aspira a una responsabilità così profondamente umana come amare e crescere un figlio.

Infine, nel pomeriggio, un focus sull’inserimento dei minori adottati all’interno delle istituzioni scolastiche e la diffusione di uno specifico protocollo di intesa per la promozione del benessere dei bambini e delle bambine adottati nella scuola, alla presenza di rappresentanti dell’Ufficio Scolastico Regionale e la responsabile regionale per gli aspetti socio assistenziali in materia di tutela dell’infanzia, Susanna Schippa.

“La sensibilità verso il diritto dei bambini ad avere una famiglia – spiega la Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, Maria Rita Castellani -, è l’espressione autentica dell’amore genitoriale. Siamo genitori putativi sempre, anche con figli “di pancia”, perché li cresciamo per la comunità non per noi stessi. Il processo di educazione – prosegue la Castellani – è la sfida ed è faticosa ma ci fa crescere insieme a loro. La devianza minorile spesso è proprio il frutto della carenza di attenzioni in famiglia, di affetto e di una comunità educante. È l’accoglienza a fare la differenza. Il rapporto tra accoglienza ed educazione – sottolinea la Garante – è strettissimo e la qualità della relazione è importantissima per accogliere la fragilità. La relazione – conclude – è la dimensione della felicità e non si può essere felici se soli. Il potere dell’accoglienza è la vera libertà ed è gratuita”.

Nelle scuole dell’Umbria il numero degli alunni adottati risulta piuttosto consistente, da richiedere il prosieguo di una serie di interventi avviati a sostegno del percorso scolastico che notoriamente rappresenta una prima tappa fondamentale nella crescita e nella costruzione dell’identità di ogni bambino”.

Lo ha detto l’assessore alle Politiche Sociali della Regione Umbria, Luca Coletto, intervenendo all’iniziativa organizzata a Perugia sul tema delle adozioni.

“La Giunta regionale – ha annunciato Coletto –  ha approvato il nuovo  ‘Protocollo d’Intesa in materia in materia di benessere scolastico delle studentesse e degli studenti adottati’,  che sarà sottoscritto a breve da tutti i soggetti proponenti e che avrà la durata di anni tre a decorrere dalla data della sottoscrizione”.

Oltre alla Regione Umbria, i soggetti firmatari sono i Comuni di Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello, USL Umbria 1, USL Umbria 2, Ufficio Scolastico Regionale, C.A.R.E. Coordinamento delle associazioni familiari adottive e affidatarie in rete.

“In molti casi, soprattutto per i bambini adottati internazionalmente – ha spiegato l’assessore –  il tema del confronto con il mondo della scuola si pone in maniera urgente perché molti di loro vengono adottati in età scolare o comunque prossima ai 6 anni. Per la natura complessa che presentano questi alunni adottati, il successo educativo dipende dalla collaborazione sinergica di tutti gli attori e per questa ragione è decisa e va consolidata, sia culturalmente sia operativamente, la rete dei soggetti coinvolti. In tal senso – ha concluso – la definizione di protocolli operativi costituisce un elemento fondamentale per la costruzione di un sistema integrato di servizi volti all’accompagnamento dei minori adottati e delle coppie di genitori adottivi nel loro percorso di inserimento/integrazione sociale e scolastica, al fine di favorire un equilibrato sviluppo della persona. C’è da considerare inoltre, – ha evidenziato – che l’evoluzione della normativa nazionale in materia di adozioni nazionali ed internazionali ha apportato, negli ultimi anni, modifiche ed integrazioni sostanziali alla disciplina ed alle procedure adottive delineate dalla Legge 4 maggio 1983, n. 184, introducendo nuovi adempimenti e modalità che rafforzano le esigenze di relazione ed integrazione tra i soggetti pubblici e privati chiamati a concorrere alla sua attuazione”.