“La Regione non ha speso tutti i soldi stanziati dal Governo per abbattere le liste d’attesa”

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La nota di Tommaso Bori (Pd)

“Liste d’attesa al collasso, cittadini umbri costretti al turismo sanitario in giro per l’Umbria per non rivolgersi ai privati, e la Regione che non riesce a spendere neanche i fondi straordinari che erano stati messi a disposizione dall’ex ministro della Salute, Roberto Speranza. Dei 500 milioni disponibili a livello nazionale dallo scorso anno, 165 sono rimasti inutilizzati e l’Umbria non si è distinta per una prestazione positiva, impiegando solo il 62 per cento delle risorse a sua disposizione”.

   

Così il vicepresidente della Commissione Sanità, Tommaso Bori (Pd) in merito

“alla situazione della sanità umbra, che lascia sempre di più in ginocchio i cittadini, abbandonandoli a loro stessi. Questo dato – spiega Bori – fa il paio con le impietose classifiche di Agenas sulle prestazioni, confrontando il volume delle erogazioni dal 2019, ovvero prima dei livelli Covid, al 2022. I numeri dicono che la sanità umbra precipita con cali che vanno dal 36 per cento delle ecografie addominali, ovvero il calo più alto e ben oltre la media nazionale che è del 10,1, fino alla flessione dell’11 per cento per le Tac. Calano gli esami, calano le prime visite di diverse patologie, in un quadro desolante che impone una seria presa di coscienza della presidente Tesei e dell’assessore Coletto, sia sulla governance delle aziende sanitarie, che non hanno risposto con puntualità alla richiesta di documenti per poter redigere un piano di recupero delle liste d’attesa, sia alla direzione politica di un settore ormai allo sbando”.