Il quartiere di Ponte d’Oddi piange Mirko Paggi, una vita in salita, una morte assurda

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Il quartiere di Ponte d’Oddi piange Mirko Paggi, una vita in salita, una morte assurda. Il 43enne perugino è rimasto vittima del feroce gesto di un conoscente. Se ne va un ‘frego’ buono, che aveva bisogno di aiuto

   

Perugia scossa da un terribile episodio di cronaca. E Ponte d’Oddi storico quartiere a due passi dal centro storico, piange un altro figlio. Nel giro di pochi giorni Aldo Nucci, Filippo Garofani e Mirko Paggi hanno lasciato i propri cari e i loro amici. Se nei primi due casi il percorso di vista è stato bruscamente interrotto dalla natura, nel terzo si è improvvisamente spezzato con due colpi di fucile. Mirko Paggi è stato ucciso da in un’uggiosa serata di primavera. Ancora da chiarire perchè Antonio Catalano lo abbia freddato davanti al figlio minorenne, ma niente potrà giustificare un atto così barbaro. Mirko non meritava un fine del genere, a 43 anni e dopo un vita non certo facile. Chi lo conosce ha definito il suo percorso in ‘salita’. Una pendenza ripida dove ‘l’mirkino’ non sempre è riuscito a mantenere la stessa andatura. Spesso si è fermato, a volte è caduto rovinosamente, ma non gli è mai mancata la dignità di rialzarsi e provare comunque ad andare avanti. A Ponte d’Oddi era il simbolo di un quartiere che ancora si porta dietro qualche ‘scoria’ degli anni difficili. Lui ci teneva al posto dove era nato, ne andava orgoglioso e voleva in un certo senso preservarlo dal logorio degli anni. Il tempo ha cambiato anche lui, irrobustendolo nel fisico ma non nell’animo, che è rimasto quello di un ragazzo buono, che  aveva bisogno di una ‘chance’ diversa e non certo di due colpi di fucile infilati nel petto.

Lo ricordo con grande affetto nell’ultimo incontro, qualche mese fa, quando con simpatia ci siamo fermati a rivisitare i tempi dell’adolescenza quando io, di Montegrillo, lo incrociavo spesso nei pomeriggi dopo la scuola e nelle sere d’estate. Gli anni dei primi scooter senza marce (Mirko aveva il Piaggio Sfera), dove ci si dava appuntamento sotto un palazzo, al parco o alla fermata del pullman. Si parlava di ragazze, di motori e soprattutto di calcio. Del Perugia Calcio: una passione unica per Mirko e per tanti ‘freghi’ che all’epoca tra un gol di Cornacchini o una progressione di Pagano sognavano i grandi palcoscenici per il Grifo e probabilmente una vita diversa. Che Mirko avrebbe meritato, così come la sua fine. 

Andrea Sonaglia