Il gesto di solidarietà della polizia locale di Città di Castello

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Alla Caritas il risarcimento simbolico di un uomo denunciato

   

Anche da una condotta sbagliata può nascere un gesto di solidarietà.

Lo hanno dimostrato gli agenti della polizia locale di Città di Castello, che hanno devoluto in beneficenza alla Caritas la somma consegnata a titolo di risarcimento simbolico da un cittadino condannato dall’autorità giudiziaria per il comportamento oltraggioso tenuto nei loro confronti.

 In accordo con il comandante Emanuele Mattei, i protagonisti dell’episodio hanno accettato il denaro, insieme alle scuse del responsabile, unicamente con l’intenzione di trasformarlo in un aiuto concreto per i poveri. Non appena possibile, quindi, si sono recati nella sede di piazza del Garigliano dove hanno affidato alle mani del direttore della Caritas Gaetano Zucchini la piccola somma acquisita, sottolineando la volontà di dare un piccolo contributo al grande lavoro che tanti volontari svolgono ogni giorno nella struttura per accogliere le persone bisognose della città.
“Questo gesto sottolinea la generosità e l’altruismo delle persone che ne sono state protagoniste, ma anche lo spirito di servizio e la sensibilità che dimostrano come agenti della nostra polizia locale, un ruolo nel quale sono chiamati al dovere non semplice di far rispettare le regole, ma anche al compito primario di essere vicini ai cittadini e a disposizione delle esigenze della comunità, un tratto distintivo a cui teniamo molto come amministrazione comunale, insieme alla sinergia con le forze dell’ordine, che è la base di un efficace presidio del territorio”, afferma in una nota del Comune l’assessore alla Polizia locale Rodolfo Braccalenti, nel ringraziare a nome della giunta gli autori del gesto di solidarietà.
I fatti risalgono al gennaio del 2021, quando il cittadino protagonista della vicenda, un 45enne di Città di Castello, venne fermato in piazza Fanti per un assembramento durante l’emergenza sanitaria da Covid-19. Alle contestazioni dei vigili intervenuti, l’uomo rispose con ingiurie e minacce, che gli sono costate la denuncia all’autorità giudiziaria e la successiva condanna con messa in prova. Scelse poi di mandare una lettera di scuse e la somma simbolica di risarcimento, come consentito dalla legge.