Anche quest’anno sono state ancora le erbacce a dare il primo saluto di benvenuto della città di Perugia agli appassionati di musica provenienti da tutto il mondo per assistere ai concerti di Umbria Jazz. Da un giro effettuato in macchina nessuna delle aiuole spartitraffico, delle rotonde periferiche, nessuna delle strade di accesso alla città ha ricevuto la “visita” e l’intervento di un decespugliatore per rendere più accogliente l’ingresso a Perugia. E fortuna che non è stata eletta capitale della cultura Europea 2019, altrimenti sarebbe stata da criticare la scelta dei commissari preposti a dare i punteggi per ottenere la prestigiosa qualifica. Hanno fatto un buon lavoro, perché senza dubbio, non sarà sfuggito nemmeno a loro lo stato poco invitante degli ingressi in città e anche delle strade urbane, abbandonate alla crescita indisturbata di “palatara” e di altre erbe e piante infestanti marciapiedi, bordi delle strade, muri, aiuole. Brunello Cucinelli, citando uno dei suoi autori classici di cui è appassionato e costante lettore, più volte ha ricordato nei suoi interventi, in incontri e convegni, che la condizione di una casa e di conseguenza anche di una città, si vede dal portone di ingresso di una abitazione o dagli accessi viari alla città. Nessuno ha preso o sollecitato iniziative, forse nemmeno Umbria Jazz che insieme con la città e con la Regione dovrebbe figurare come “padrone di casa”, e quindi attento, non soltanto alla qualità della musica che si propone ma anche allo stato della città con le sue infrastrutture, con le sue strade, con i suoi spazi verdi, con le sue rotonde, con i suoi alberi. Possibile che anche le varie associazioni che si richiamano al “vivi la città”, “vivi l’Umbria” e così via, con invitanti spot e messaggi pubblicitari, non consideri anche questo aspetto esteriore della città e del territorio che in altre nazioni, ma anche in altre zone d’Italia, è curato e considerato: anche a Matera che, non per niente però, è capitale della cultura europea per il 2019?