Città di Castello: Aacc e istituzioni unite nella lotta contro il cancro

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Sabato 19 marzo, al Centro di formazione Bufalini, è stata inaugurata la nostra ‘Arte come cura’ promossa dall’Associazione Alto Tevere contro il cancro. Presente il consigliere comunale e regionale della Lega Valerio Mancini: “Fondamentale accedere ai bandi europei per la prevenzione” 

   

“È stato un onore essere presente all’inaugurazione della mostra ‘Arte come Cura’ – commenta il consigliere della Lega Valerio Mancini – un progetto di arte contemporanea nato dalla collaborazione tra l’artista Barbara Amadori e il Professor Luciano Carli, primario del reparto di senologia dell’ospedale di Città di Castello, e promosso dall’Aacc, Associazione Alto Tevere contro il cancro, curato da Nello Teodori e Roberto Vecchiarelli. Attraverso il linguaggio visivo delle artiste coinvolte, – spiega Mancini – l’arte diventa uno strumento di sensibilizzazione che porta l’osservatore a riflettere sul tema della malattia e della cura. L’inaugurazione è stata un’occasione importante anche per illustrare il lavoro e le tante iniziative promosse dall’Associazione Alto Tevere contro il Cancro che, con il sostegno delle istituzioni, potrà continuare ad essere un punto di riferimento fondamentale per la nostra comunità. La Commissione Europea ha emesso un bando aperto anche alle Regioni del quale ho già informato l’Assessore alla Sanità, Luca Coletto, che mette a disposizione ingenti risorse da investire nell’implementazione dello screening del cancro – ricorda Mancini – la prevenzione è fondamentale, per questo auspico che la Giunta Regionale si interessi a questo bando cosicché i fondi possano arrivare anche in Umbria. Ringrazio il presidente dell’Aacc Italo Cesarotti per il lavoro che la sua associazione sta facendo da anni a supporto di tutte le persone che si trovano a combattere contro il tumore – prosegue Mancini – e un grazie anche al professor Carli e alla sua equipe che ogni giorno, oltre alle loro competenza e professionalità, mettono a disposizione dei pazienti la loro grande umanità”.