Cgil, stop a Rdc per circa 2.500 famiglie in Umbria

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Pampanelli: ‘E’ guerra ai poveri, le nostre sedi sono aperte’

   

Stimiamo che circa 2.500 nuclei familiari in Umbria, di cui oltre 1.600 in provincia di Perugia, perderanno da oggi il reddito di cittadinanza dopo la scellerata decisione del governo Meloni di accanirsi contro i poveri”.

Lo afferma in una nota Simone Pampanelli, segretario generale della Cgil di Perugia, che sottolinea come il sindacato sia al lavoro in questi giorni per cercare di aiutare e accompagnare le persone che si vedono private, dall’oggi al domani, di questa vitale forma di reddito.
“Le nostre sedi – spiega Pampanelli – sono sempre aperte per accogliere le tante persone che si sentono abbandonate e disorientate e si stanno chiedendo cosa succederà adesso.

Per capirlo, con i nostri servizi stiamo effettuando una prima estrazione di dati sulle pratiche di Rdc da noi gestite”. Tra queste – spiega la Cgil in una nota – in almeno 450 casi il sindacato ha riscontrato la perdita del diritto al sostegno economico, con conseguente necessità di verificare la possibilità di fare domanda per il “Supporto per la formazione e il lavoro”, già dal mese di agosto. Inoltre, chi perde il reddito di cittadinanza potrebbe avere necessità di rifare la domanda per l’assegno unico universale per i figli a carico, cosa che prima era inclusa nello stesso Rdc.
“Siamo di fronte ad una vera emergenza sociale – continua Pampanelli – causata da scelte politiche molto chiare, una guerra dichiarata ai poveri in un Paese che ha cento miliardi di evasione fiscale all’anno”.
“Le persone che si rivolgono a noi sono disperate – insiste il segretario Cgil – non sanno come fare senza quel sussidio che era per loro vitale. Come Cgil – conclude Pampanelli – faremo tutto quello che è possibile per non lasciare sole le persone più fragili in questo momento davvero drammatico, perché, nonostante i tentativi del governo di dividere i buoni dai cattivi, è la povertà stessa a rendere le persone fragili e la povertà è oggi una realtà enormemente diffusa anche sul nostro territorio”.