Biennale di Todi: il vincitore della I Edizione è Wang Yuxiang con il progetto ‘Pensa di uscire’

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Inaugurazione dell’installazione presso il Tempio di Santa Maria della Consolazione a Todi e della mostra personale presso la  Tower Gallery di Diego Costantini Via Abdon Menecali

   

L’11 febbraio 2022, Giornata Mondiale del Malato e Anno della Cultura e del Turismo Italia – Cina 2022, verrà inaugurata la prima edizione della Biennale di Todi nata dall’idea del gallerista e antiquario Diego Costantini di portare l’arte negli spazi aperti della città di Todi, con un’azione che arricchisca i luoghi di significati unici e inattesi. Simbolo della città e capolavoro rinascimentale mondiale è il Tempio di Santa Maria della Consolazione, luogo prescelto per ospitare, nello spazio antistante, una grande installazione ambientale selezionata da una giuria di esponenti del mondo dell’arte che, partendo dal genius loci proprio del Tempio ruoterà di volta in volta intorno al concetto di Consolazione nelle sue vaste interpretazioni e sfumature.

Vincitore della prima edizione della Biennale, totalmente dedicata ad artisti cinesi, è Wang Yuxiang con il progetto ‘Pensa di uscire’ che verrà presentato al pubblico venerdì 11 febbraio alle ore 15.00 e rimarrà sul prato antistante il Tempio di Santa Maria della Consolazione fino al 28 febbraio 2022 insieme ad una sua mostra personale negli spazi della Tower Gallery di Diego Costantini all’interno della Torre Caetani.

Wang Yuxiang è nato ad Anhui, in Cina, nel 1997 ma vive e lavora a Roma. Sta conseguendo la laurea magistrale in “Fine Arts” presso RUFA –  Rome University of Fine Arts ed ha partecipato a diverse collettive realizzando la sua prima personale “Nuoto notturno” nel 2021. È stato assistente di artisti come Andrea Aquilanti e Gianni Dessì.

Nel progetto ‘Pensa di uscire’ l’artista utilizza roccia, acciaio e legno costruendo 15 gabbie. Lo spettatore osserva una roccia imprigionata in una gabbia di acciaio e legno, la quale a sua volta sta riflettendo su come evaderne. Si aggiunge poi un altro spettatore che osserva contemporaneamente “fuori dallo spazio” e “dentro lo spazio”. Ecco una terza prospettiva: la roccia, lo spettatore, e il nuovo spettatore, i tre continuano a riflettere sulla condizione della stessa roccia. La “gabbia” limita, contiene o protegge le caratteristiche del suo contenuto aiutandolo ad evitare i potenziali pericoli al di fuori di essa. È una metafora dei potenziali pericoli nella protezione del dilemma e dell’inclusione ambigua della “società dello spettacolo”.

L’opera si radica nell’integrazione tra spazio architettonico e spazio pubblico propria del pensiero umanistico post-rinascimentale, riflettendo sul rapporto tra dimensione umana e materiale; come disse Leonardo da Vinci: ” l’arte è cosa mentale”.

La sostanza della roccia cerca di uscire dalla “forma” di una gabbia composta da un’altra sostanza, e la roccia realizza sia la gabbia che se stessa attraverso la costante cognizione, il pensiero e la trascende metafisicamente.