Anche Perugia ha celebrato la 77° Festa della Repubblica

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Si è tenuta oggi, 2 giugno, ai Giardini del Frontone, la celebrazione ufficiale della 77sima Festa della Repubblica nella città di Perugia.

Hanno partecipato tanti cittadini e le massime autorità civili, religiose e militari della regione, nonché le associazioni di combattenti e reduci di guerra.

Tra gli altri presenti la presidente della Regione Donatella Tesei, il vice presidente Roberto Morroni, il vice presidente dell’Assemblea Legislativa Michele Bettarelli, la presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, gli assessori Luca Merli ed Edi Cicchi, i  lMichele Cesaro, Francesca Renda, Nicola Paciotti, Maria Cristina Morbello, il prefetto Armando Gradone, il questore Giuseppe Bellassai, il vescovo Ivan Maffeis, la comandante della polizia locale Nicoletta Caponi, la parlamentare Emma Pavanelli, il procuratore generale Sergio Sottani, i consoli onorari di Francia e Brasile in Perugia, il rettore dell’Università di Perugia Maurizio Oliviero, il rettore dell’Università per Stranieri Valerio De Cesaris, numerosi sindaci della Provincia e tanti altri.

La cerimonia ha preso il via con l’ingresso dei Gonfaloni di Regione, Provincia e Comune di Perugia, gli onori al Prefetto Gradone, l’alzabandiera accompagnata dall’Inno d’Italia cantato dai cori presenti, ossia il coro di voci bianche e coro giovanile del conservatorio di musica “Francesco Morlacchi”, ed il coro dell’Università degli Studi di Perugia. Poi l’inno dell’Unione Europea, la lettura del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai Prefetti e quindi gli interventi.

Ad aprire la serie è stata la presidente Tesei che ha parlato, riferendosi all’Italia, di un grande paese che, tramite i valori della Costituzione, sa dare risposte e fare squadra anche nei momenti di difficoltà e bisogno. La festa di oggi ci deve quindi rendere consapevoli dell’importanza della democrazia e del rispetto delle Istituzioni nonché indurre a lavorare mettendo sempre al primo posto il bene delle comunità.

Per la presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti oggi permea l’aria un sentimento di appartenenza allo Stato ed alle Istituzioni; ecco perché va rivolto un pensiero di gratitudine a coloro che lavorano per il bene del Paese nonché agli insigniti che sono esempio per i giovani. Il 2 giugno è la festa di tutti gli italiani, i cui valori sono racchiusi nella Costituzione. Proietti, ricordando i conflitti in Ucraina ed in tante altre parti del mondo, ha ribadito che l’Italia, come scritto nella Carta, ripudia la guerra e lavora per garantire a tutti il diritto alla pace. Si è poi rivolta ai giovani, definiti il nostro futuro e nostro presente, a cui “dobbiamo far capire che devono e possono essere protagonisti scrivendo la storia futura del Paese”.

DISCORSO SINDACO

Tra il 2 e il 3 giugno 1946 – ha esordito il sindaco Andrea Romizi aprendo il suo discorso –  con il referendum per scegliere la forma dello Stato, nacque ufficialmente la nostra Repubblica. La storia d’Italia fu allora, come ha scritto Aldo Alessandro Mola, spezzata in due tronconi. Da quel momento furono nettamente distinti un “prima” e un “dopo”. Il “prima” portava con sé il compimento del Risorgimento ma anche la tragedia del fascismo e l’orrore della guerra. Il “dopo” portava con sé la democrazia, il desiderio di dimenticare quella tragedia e la volontà di ricostruire.

Insieme alle elezioni per il referendum istituzionale si tennero anche quelle per la composizione dell’Assemblea costituente, ambito in cui poi germogliò la nostra Costituzione. Con quella tornata elettorale si riconobbe l’effettivo suffragio universale e, finalmente, per la prima volta, venne riconosciuto alle donne il diritto di voto. Fu una svolta di civiltà fondamentale. Fu una campagna elettorale di nuovo all’insegna della libertà, con il ritorno ai comizi e alla partecipazione.

Celebrare il 2 giugno significa dunque celebrare libertà, pace, democrazia, Costituzione: i pilastri fondamentali su cui ora e in ogni tempo deve reggersi l’Italia. Quel terreno, va ricordato, fu, in alcune realtà, preparato da un passaggio di avvicinamento fondamentale: le prime elezioni amministrative per il ristabilimento dei consigli municipali dopo la fine della dittatura. Perugia, come ricordammo qualche anno fa con un’apposita mostra voluta dall’assessore Varasano, andò al voto il 7 aprile del 1946, precedendo molte città italiane.

L’amministrazione di allora fu guidata dal Sindaco Ugo Lupattelli, che, il 25 giugno 1946, rivolgendosi al Consiglio comunale, celebrò così l’esito referendario:

«La vittoria della Repubblica è un atto di vita nuova, un avvenimento preparato da lungo e doloroso calvario. È un atto di vita ma anche di liberazione (…). È in quest’ora solenne che la voce della Patria chiama a raccolta tutti i suoi figli, uomini e donne, senza imposizioni, né rinnegamenti, è una voce protettrice e materna che chiama a raccolta tutti gli italiani all’arduo compito della ricostruzione (…)».

La ricostruzione si fondò dunque sulla Repubblica, su un atto di vita nuova, su una conquista straordinaria il cui valore merita di essere celebrato ogni 2 giugno, solennemente, e ogni giorno, con atti concreti ed adesione convinta.

Personalmente, quello di oggi è un 2 giugno se possibile ancor più carico di significato.

Sancisce il mio ultimo anno nelle vesti di Sindaco della Città di Perugia.

Questo mio impegnativo ma affascinante cammino da amministratore mi ha dato l’opportunità di conoscere e vivere molte belle e stimate figure istituzionali, molte delle quali oggi qui presenti con cui ho potuto instaurare un rapporto proficuo e sinergico finalizzato al bene della nostra comunità, a migliorarla, accrescerla, a renderla conscia del suo potenziale e a fare in modo che questo possa esprimersi nel suo massimo compimento.

Da ognuno di voi ho imparato qualcosa, ognuno di voi mi ha ispirato, con ognuno di voi ho avuto un dialogo e uno scambio. In questi anni ho potuto toccare con mano quante donne e quanti uomini delle istituzioni si impegnano quotidianamente per un paese migliore. A tutti voi rivolgo il mio ringraziamento più sincero.

Un sentimento di particolare riconoscenza sento di dover rivolgere a tutti i miei concittadini che hanno voluto concedermi il grande privilegio di servire questa città. Ogni vostra parola, ogni vostro appunto, ogni vostro consiglio, ogni vostra critica, ogni vostro parere vi assicuro non è mai rimasto inascoltato. Ritengo, e ho sempre ritenuto, che mettersi in discussione sia una tappa imprescindibile per cercare di migliorarsi. E che l’ascolto sia una prerogativa fondamentale per chi amministra una comunità locale, poiché non dobbiamo mai dimenticare che la Repubblica, la “cosa pubblica”, questa meravigliosa istituzione che oggi stiamo celebrando, è fatta in primo luogo di persone e che proprio le persone sono la più grande ricchezza di cui disponiamo.

Buona vita a Perugia, buona vita alla nostra Repubblica.

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Dopo le parole del presidente della consulta degli studenti Francesco Palmiotti, che ha parlato di rispetto, ossia di avere riguardo per gli altri, come di valore riconosciuto nella Costituzione al pari di legalità, giustizia, antifascismo ed uguaglianza, microfono per l’ultimo intervento al Prefetto Armando Gradone che ha posto l’accento, riferendosi al recente passato, sui giorni dolorosi per l’Italia duramente messa alla prova da disastri e lutti dovuti all’alluvione dell’Emilia-Romagna. L’auspicio in tal senso è che sia fatto il possibile perché tutto torni alla normalità quanto prima. Ciò conferma la fragilità dei nostri territori e la necessità di un forte impegno per contrastare i cambiamenti climatici e tutelare l’ambiente. Un sentimento di affetto è stato poi rivolto alle popolazione umbre colpite dal terremoto, anche in questo caso accompagnato dalla speranza di una immediata ripartenza.

Gradone ha spiegato che celebrare il 2 giugno è l’occasione per trovare le ragioni dell’impegno comune in difesa dei valori della Costituzione ed ha rimarcato che il nostro Paese sa dare il meglio di sé nei momenti difficili, come ha dimostrato la vicenda covid.

Tra i compiti rivolti allo Stato nella Costituzione spicca quello di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana; ecco perché occorre superare le disuguaglianze, garantire l’occupazione, promuovere la natalità , ridurre i divari territoriali, mettere in pratica quanto possibile per migliorare il livello di vita di tutti. Per Gradone un’occasione importante per lo sviluppo è rappresentata dal Pnrr che non può essere solo investimenti ma anche un’opportunità per riformare la P.A.

In conclusione celebrare il 2 giugno significa ricordare i valori e gli ideali che contraddistinguono l’Italia, nonché rafforzare la consapevolezza che la democrazia è volta al bene collettivo. Valori, questi, fortemente presenti nella terra dell’Umbria.

I cori hanno poi intonato il Va Pensiero aprendo la strada alla successiva cerimonia di conferimento delle onorificenze.