“Anche oggi la riconquista delle libertà passa per le nostre azioni”

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“Anche oggi la riconquista delle libertà passa per le nostre azioni”. Così il Sindaco di Perugia Andrea Romizi, in occasione delle cerimonie del 25 aprile. Ricordata la figura di Francesco Innamorati

   

Hanno avuto luogo, questa mattina, a Perugia le cerimonie per la Festa della Liberazione che, come previsto, si sono svolte in forma ristretta, statica e senza la presenza di pubblico né schieramenti e picchetti militari, nel rispetto delle disposizioni per il contenimento del Covid-19.

Il Sindaco Andrea Romizi, il Prefetto Armando Gradone, la Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e la consigliera Erika Borghesi in rappresentanza della Provincia di Perugia, insieme gli assessori comunali Varasano e Giottoli, al consigliere regionale Tommaso Bori, ad alcuni consiglieri comunali e rappresentanti di Anpi provinciale, si sono recati, dapprima, al Cimitero civico, dove si è tenuta una breve cerimonia per la deposizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti. Non vi è stato, invece,  il consueto giro all’interno del cimitero per omaggiare le tombe delle Medaglie d’Oro e dei caduti della Resistenza, su ciascuna delle quali è stato, in ogni caso, collocato un omaggio floreale. È seguita, quindi, la commemorazione in Borgo XX Giugno, con la tradizionale deposizione di una corona di alloro sulla lapide dinanzi al Poligono di tiro, in ricordo dei patrioti fucilati dai nazi-fascisti. Quindi, i rappresentanti delle istituzioni si sono spostati in via Masi per la deposizione della corona d’alloro all’Ara Pacis, in memoria di tutti i caduti di guerra.

In Borgo XX Giugno non si è tenuto il consueto discorso del Sindaco Romizi, che tuttavia ha tenuto a ricordare la figura di Francesco Innamorati, partigiano simbolo dell’impegno in favore della libertà e della democrazia, uomo delle istituzioni iscritto all’albo d’oro della città di Perugia, testimone di una stagione di coraggio e sacrificio, sempre presente ad ogni 25 Aprile.

“Nonostante la sobrietà e le incolmabili mancanze, -ha detto ancora Romizi- la festa della Liberazione non perde la sua essenza, la sua cruciale importanza nel ricordarci e nel renderci corresponsabili del valore della libertà, del rifiuto dell’oppressione, del ripudio della guerra, del rispetto e della riconoscenza di chi si è sacrificato per noi. Il 25 aprile del 1945 ha segnato la ripartenza del nostro Paese per merito di tanti giovani di allora. In questo anno di pandemia abbiamo perso tanti di loro che rappresentavano il collegamento diretto con gli avvenimenti della guerra e della liberazione. Viene a mancare un patrimonio di memorie e di vissuti che ciascuno di noi ora ha il dovere di mantenere vivo affinché non venga ad affievolirsi il ricordo e il significato di quelle giornate. D’altra parte, non possiamo non riconoscere, che in qualche modo anche noi nel nostro presente ci apprestiamo a vivere da domani un percorso graduale di ripresa. Un percorso per il quale dobbiamo fare appello alla nostra più grande responsabilità perché, oggi come ieri, pur se in contesti radicalmente diversi, la riconquista di una piena libertà passa per le nostre azioni. Inizia un tempo nuovo. Un tempo che ha il sapore della rinascita”.