A Perugia gli ‘Stati Generali della nuova comunicazione pubblica’

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A Perugia gli ‘Stati Generali della nuova comunicazione pubblica’. Sesta edizione dell’evento annuale organizzato dall’Associazione PA Social

“Dobbiamo chiederci che tipo di amministrazione vogliamo nel futuro. Oggi la Pubblica amministrazione, anche se molti passi avanti sono stati fatti, peraltro accelerati dalla pandemia, ha necessità di un passaggio fondamentale, quello da una comunicazione burocratica a una il più vicino possibile al cittadino. La PA ha il compito di innovarsi sotto tutti i fronti, compreso quello della comunicazione, del modo in cui si relaziona con il cittadino e in cui sa raccontare gli esempi positivi che ci sono all’interno della PA. Solo così essa potrà essere il trampolino di lancio per il Paese.”

   

Con queste parole la Ministra per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone è intervenuta alla sesta edizione degli Stati Generali della nuova comunicazione pubblica, che si sono tenuti nella mattina di venerdì 16 ottobre a Perugia, alla sala dei Notari, nel rispetto delle norme antiCovid.

L’importanza della comunicazione istituzionale, dunque, e la necessità che essa sia fatta da professionisti specializzati, formati e in grado di gestire al meglio l’immagine della pubblica amministrazione e il dialogo con i cittadini è, di fatto, quanto è emerso dagli interventi che si sono aperti con il benvenuto del Sindaco Andrea Romizi, il quale nel portare il saluto della città agli intervenuti (e a coloro che hanno partecipato all’evento in streaming da tutta Italia) ha tenuto a sottolineare come

“negli ultimi anni, la pubblica amministrazione italiana sia stata sollecitata a sviluppare al proprio interno una cultura di maggiore trasparenza e di apertura verso l’esterno, abbandonando logiche di autoreferenzialità che hanno spesso caratterizzato e caratterizzano il funzionamento degli enti pubblici. L’opportunità offerta dal web 2.0 -ha detto ancora Romizi- ha permesso alle amministrazioni pubbliche di utilizzare nuovi, fondamentali canali di comunicazione come i social media per re-inventare la relazione col cittadino in un’ottica diversa, di condivisione di informazioni. Dalle relazioni tra enti e cittadini, mediati da professionisti, nascono “flussi di valore”, si crea fiducia, si mette il cittadino al centro e lo si ascolta, affinché venga modificata la percezione della PA all’esterno.” A tutti i partecipanti Romizi ha, quindi, riconosciuto di aver “concorso a creare un ecosistema di relazioni che ha permesso di integrare una nuova visione e conoscenza della PA,  rappresentare il cambiamento nel campo della comunicazione e dell’informazione pubblica, non solo nella forma ma soprattutto nella sostanza”.

Ai presenti ha portato il proprio saluto anche il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia Maurizio Oliviero, che ha invitato i professionisti della comunicazione a ricercare l’equilibrio tra l’efficienza e la grande rapidità dell’innovazione e una comunicazione qualitativamente adeguata e verificata.

“Non sempre, infatti, la grande innovazione tecnologica è stata accompagnata da una adeguata cultura della comunicazione. -ha detto il Rettore- Percepiamo forte la necessità di comunicazione, di apertura, di maggiore efficienza, da parte dei cittadini, ma oggi siamo ancora in una fase di transizione, in cui talvolta la qualità dell’informazione è sacrificata alla velocità. I professionisti della comunicazione all’interno delle pubbliche amministrazioni hanno una grande responsabilità e a questo segmento nuovo di professionalità andrebbe riconosciuto un ruolo preciso e adeguato”.

Prima dell’inizio dei lavori anche la coordinatrice di PA Social Umbria Simona Cortona, che insieme a Laura Marozzi dell’Università degli Studi e a Simona Panzolini per l’azienda ospedaliera perugina, ha organizzato l’appuntamento, ha voluto dare il benvenuto ai partecipanti, evidenziandone il lavoro comune e condiviso.

“Non mi sarei mai aspettata di dover organizzare questo appuntamento nella situazione in cui ci troviamo. -ha detto- Ma voglio sottolineare che, in questo caos, tutti noi  di PA Social in tutta Italia siamo stati uniti, abbiamo comunicato ai cittadini, siamo stati in prima linea, ascoltato, fatto squadra, insieme ai politici e ai dirigenti dei nostri enti”.

Ai partecipanti il saluto i video anche della Ministra per l’Istruzione Azzolina.

I lavori veri e propri sono stati, quindi, avviati dal presidente PA Social, Francesco di Costanzo, che ha ribadito la necessità fondamentale di saper gestire, da parte delle pubbliche amministrazioni, l’interazione e il dialogo con il cittadino.

“Un lavoro su cui serve una grande professionalità e competenza e un’organizzazione diversa da quella che abbiamo oggi. -ha spiegato- L’emergenza sanitaria, peraltro, ha messo in campo delle opportunità dal punto di vista dell’uso del digitale che abbiamo l’obbligo di sfruttare al meglio”.

Tra i temi più importanti che sono stati affrontati nel corso degli Stati generali, vi è quello della svolta digitale per la comunicazione e informazione pubblica, che ha il suo fulcro nella proposta di riforma della legge 150/2000, presentata lo scorso 16 maggio alla Ministra Dadone dal gruppo di lavoro guidato da Sergio Talamo. Lo stesso Talamo ha tenuto a sottolineare che non si tratta di disconoscere la legge 150, che anzi è riconosciuta come una pietra miliare della comunicazione pubblica.

“Ma -ha precisato- da quella legge sono passati venti anni, un’epoca incomparabile con quella attuale. Il digitale oggi non è una scelta ma un obbligo se vogliamo parlare davvero ai cittadini e far si che le leggi entrino nella vita quotidiana, fatta di servizi. Il punto di partenza -ha concluso Talamo- non è un cambio di norme ma di mentalità, la legge 151 è un luogo interno dove si lavora per l’esterno, dove si hanno i vecchi ferri del mestiere del giornalismo ma anche tutte le nuove frecce dell’arco comunicativo per parlare ai cittadini”.

A conferma dei passi avanti fatti in questi anni, la ricerca dell’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale presentata dal direttore Livio Gigliuto e da Enrico Giannotti, direttore generale Cedat85, ci dice che oggi, il 78% del campione analizzato (composto da più di 300 pubbliche amministrazioni) ha una persona esclusivamente dedicata all’uso dei social media e del rapporto con gli utenti, che significa 9.500 persone circa, esperti di comunicazione, che svolgono questa professione con grande attenzione. C’è una crescita del 60% della presenza della PA sui social e una PA su 2 risponde al cittadino in tempo reale, creando una relazione continua con la comunità.

Sono intervenuti agli Stati Generali anche Francesco Giorgino, direttore Master Luiss in Comunicazione e Marketing politico ed istituzionale, Pier Carlo Sommo, Professore a contratto di comunicazione pubblica Università di Torino, Alessandra Migliozzi, capo ufficio stampa Ministero Istruzione, Gianluca Garro, responsabile comunicazione Casa Italia – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Rosy Russo, presidente Parole O_Stili, Gianluca Spitella, direttore comunicazione ARERA, Daniele Chieffi, direttore comunicazione Ministro dell’Innovazione, Francesco Nicodemo, esperto di comunicazione, Stefania Iannizzotto, social media manager Accademia della Crusca, Annalisa D’Errico, responsabile Comunicazione Unioncamere Piemonte e Roberto Piccinini, Airf. Infine, sono state anche presentate buone pratiche ed esperienze dei territori, con la partecipazione di Christian Tosolin, Comune di Trieste, Laura Marozzi, Università di Perugia, Andrea Scartoni, Comune di Arezzo, Silvia Barbieri, Azienda Usl Piacenza, Fausto Di Nella, Il Cammino di San Tommaso, Micaela Abbinante, Asl Barletta-Andria-Trani, Alessandro Viggiani, Cotral