Via libera alle modifiche della legge regionale sul ricostruzione post sisma Media Valle del Tevere

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Via libera alle modifiche della legge regionale sul ricostruzione post sisma Media Valle del Tevere. Le modifiche prevedono, tra l’altro, l’allargamento della platea dei beneficiari dei finanziamenti; di inglobare nell’accesso al finanziamento tutto il patrimonio edilizio non ricadente nelle tipologie solo parzialmente considerate in precedenza, con conseguente monitoraggio e stima del patrimonio stesso

   

Con voto unanime, l’Assemblea legislativa dell’Umbria ha dato il via libera ad una proposta di legge unitaria della Seconda Commissione che apporta modifiche ed integrazioni alla legge regionale ‘3/2013’ concernente ‘Norme per la ricostruzione delle aree colpite dal sisma del 15 dicembre 2009’. L’evento calamitoso interessò in particolar modo Spina e la Media Valle del Tevere. Le modifiche legislative prevedono, in sintesi, l’allargamento della platea dei beneficiari dei finanziamenti comprendendo tutte le tipologie di fabbricati ad oggi non considerate nella ricostruzione e quindi rimasti incompleti. L’integrazione proposta consentirebbe sostanzialmente di inglobare nell’accesso al finanziamento tutto il patrimonio edilizio non ricadente nelle tipologie solo parzialmente considerate in precedenza, con conseguente relativo monitoraggio e stima del patrimonio stesso. Nell’illustrazione dell’atto, Valerio MANCINI (presidente Seconda Commissione) ha ricordato che

“attualmente i contributi previsti dalla legge regionale ‘3/2013’ non comprendono le pertinenze delle abitazioni principali, gli edifici non destinati ad abitazione principale e tutti gli edifici agricoli, artigianali e industriali, anche dismessi, presenti nei territori colpiti dal sisma. Riuscire a completare questa ricostruzione consentirebbe di restituire decoro e dignità ai Comuni e a tutte le relative Frazioni colpite, aventi complessivamente un importante bacino di abitanti. Vorrebbe dire dare un forte impulso al lavoro di tanti professionisti del territorio, alle imprese e agli artigiani, oltre a consentire un rilancio economico, culturale e turistico dell’intero territorio interessato. In questo momento di emergenza sanitaria Covid-19, un segnale di questo tipo avrebbe una rilevanza ancor più consistente. Tra gli obiettivi ci sono anche quelli del ripopolamento delle aree danneggiate, il rilancio economico delle attività e la rivitalizzazione dei paesi. Ci si allinea anche alla normativa vigente per la ricostruzione Post Sisma 2016 che consente l’alienazione del diritto di proprietà salvaguardando il diritto al finanziamento. Si prevede inoltre la possibilità di cumulare i contributi del Sisma 2009 con altre agevolazioni fiscali per la quota parte dei lavori esclusi dai finanziamenti, nonché quella di concedere il contributo per l’autonoma sistemazione anche a chi deve allontanarsi da casa durante i lavori, per un massimo di due anni. Si persegue anche lo scopo di aiutare le imprese che si trovano in difficoltà con gli obblighi contributivi ai fini dell’acquisizione del DURC, facendo intervenire direttamente i Comuni per i pagamenti di tali obblighi, a decurtazione degli importi dei SAL, il tutto allo scopo di ottenere il rilascio dei DURC e accedere ai finanziamenti. Viene anche prevista l’eliminazione del divieto di procedere con il cambio di destinazione d’uso degli edifici colpiti dal Sisma 2009, attualmente possibile solo dopo 2 anni dalla fine dei lavori. Questo consentirebbe di agevolare la nascita di nuove realtà commerciali, turistiche, artigianali, produttive e culturali, ridando vita ai meravigliosi borghi delle zone colpite e a tutto il territorio agricolo circostante”.