Nuovo sciopero regionale del Tpl

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 “Non politico o ideologico ma per paura”

   

Non scioperi politici o ideologici ma basati principalmente sulla paura che la divisione in quattro lotti del trasporto pubblico locale in Umbria “sicuramente creerà danni dal punto di vista strutturale rispetto a quelli che sono i servizi essenziali di una comunità”: lo hanno sottolineato i segretari generali per l’Umbria della Filt Cgil, Ciro Zeno, e della Faisa Cisal, Christian Di Girolamo.

I sindacati hanno infatti tenuto una conferenza stampa per presentare le motivazioni e le modalità di svolgimento del nuovo sciopero regionale del Tpl, programmato per lunedì 9 gennaio.

“Ormai siamo addirittura al quarto sciopero in più di sei mesi ma arriveremo al quinto e sesto se sarà necessario” hanno annunciato, perché comunque, per i sindacati che hanno proclamato la mobilitazione, “persistono ancora in Umbria purtroppo e da ormai un anno problemi rispetto a quella che è la gestione e il futuro del Tpl”.

 “È stata attaccata la sanità pubblica e ora i trasporti, non sappiamo cosa verrà attaccato dopo” hanno affermato i due segretari. Al centro hanno quindi messo la “paura”, quella per la perdita dei posti di lavoro e per le privatizzazioni. “La paura – hanno aggiunto – che l’Umbria venga divisa in quattro spicchi e che le aree più remote di questa regione vengano abbandonate è veramente alta”.

Una paura definita anche “collettiva”.

“I lavoratori che oggi guidano i nostri pullman – hanno ricordato – hanno firmato un referendum contro questa divisione del Tpl ed in più di 700. Al cospetto di 1.070 oggi occupati in Busitalia non sono dati irrilevanti. Poi c’è anche tutto un altro mondo del Tpl che non è solo Busitalia visto che ci sono anche tante altre piccole aziende che fanno trasporto pubblico e pure queste purtroppo rischiano di essere messe ai lati di questa programmazione perché potrebbero subentrare in Umbria attori e aziende che al più basso costo potrebbero accaparrarsi questi lotti creando di fatto disoccupazione, ancora più disagio e più problemi per la comunità umbra”.