“Moon in june”: tra luci e ombre il bilancio della quarta edizione

1235

“Moon in june”: tra luci e ombre il bilancio della quarta edizione. Grande partecipazione, ma sul servizio dei traghetti gli organizzatori, il Comune di Tuoro e il pubblico evidenziano mancanza di buon senso, responsabilità e disponibilità

“In quest’epoca di schermi e di riproducibilità di tutto, creare un evento unico è la cosa più bella che c’è. Una giornata indimenticabile, una vera esperienza”.

   

Le parole di Vasco Brondi, scritte di getto appena finita la sua esibizione, descrivono molto bene l’atmosfera che Moon in june è riuscita a regalare anche quest’anno ai “fortunati” avventori. Fortunati dal punto di vista delle emozioni provate e per la possibilità di godere di eventi unici ed irripetibili con lo scenario del suggestivo tramonto visibile dall’Isola Maggiore. Non invece per le vicissitudini che sono stati costretti a subire per “mancanza di buon senso, responsabilità e disponibilità” come hanno sottolineato gli organizzatori del festival durante la conferenza stampa di bilancio convocata mercoledì 27 giugno a Perugia per sottolineare alcuni disservizi come quelli del trasporto con i traghetti.

Un’isola che, in particolare per il concerto di sabato 23 giugno de Le Luci della Centrale Elettrica, progetto artistico/musicale di Vasco Brondi, si è popolata con 1.500 persone: un pubblico attento e curioso composto da molti giovani, e non solo, e soprattutto educatissimi. Senza contare anche il pubblico che è arrivato la domenica per i concerti del cantante, compositore e performer John De Leo, del cantautore e musicista svedese Jens Lekman e per il progetto made in Umbria del cantautore perugino Matteo Schifanoia, oltre che per la serata di venerdì 22 giugno al teatro di Tuoro per l’anteprima del festival con la band Lstcat, la scuola di musica Doremilla, Ginevra Di Marco e i musicisti del Dipartimento di elettronica del Conservatorio di Perugia.

Un’isola che però, per alcune precise responsabilità, non ha saputo “accogliere” al meglio questo pubblico durante la quarta edizione del festival ‘Moon in June’, in programma alla Maggiore del Lago Trasimeno il 22, 23 e 24 giugno scorso e realizzata dall’Associazione Moon in June con il sostegno di Regione Umbria e Comune di Tuoro.

“O c’è la volontà da parte di Busitalia, della Proloco e degli isolani di sostenerci o si chiude tutto perché non si può mettere a repentaglio un evento amato ormai in tutta Italia, e non solo, per incuria e per non saper usare il buon senso”

ha affermato Virgilio Ambroglini, presidente della Fondazione “Sergioperlamusica” (in fase di scioglimento come già ricordato in precedenza).

“Non ci possiamo impegnare – ha aggiunto – per operazioni più grandi, come ad esempio installazioni sonore o artistiche da parte di artisti del calibro di Brian Eno o Christo, se c’è questo stato selvaggio di disponibilità da parte di chi dovrebbe invece fare di tutto perché le cose vadano bene. Ognuno deve fare il suo pezzo”. Di “disservizio” ed “incapacità di aiutare e sostenere un pubblico educatissimo” ha parlato Patrizia Marcagnani dell’Associazione Moon in june intervenuta al fianco di Ambroglini, il quale ha poi puntato il dito principalmente “sull’incapacità di usare adeguatamente i traghetti” in un momento particolare: “La nostra non è una critica a Busitalia ma ci vuole però più buon senso visto che con un servizio navetta pronto e più frequente e in grado di fare avanti indietro molti problemi si sarebbero potuti evitare”.

“L’evento con Vasco Brondi – ha proseguito Ambroglini – è stato senza precedenti per un concerto che era esaurito da tempo e la società che gestisce il trasporto delle persone con i traghetti era quindi informata e consapevole delle diverse misure che si sarebbero dovute adottare. Non si possono tenere più di 800 persone in un pontile, bastava un attacco di panico per far scattare l’inferno: per questo ringrazio un pubblico comunque tranquillo e sereno e per la serietà dimostrata da questi giovani arrivati da tutta Italia. C’è anche un problema di ordine pubblico che va tutelato”.

Anche Renzo Silvestri, assessore del Comune di Tuoro, dopo aver sottolineato apprezzamento per l’evento “piacevole e partecipato” e aver evidenziato la riuscita dal punto di vista della programmazione e dell’aspetto artistico ha osservato che

“l’unica cosa che non ha funzionato è stato il trasporto e non certo per mancanza di mezzi”. “È stata inesistente – ha detto – la comunicazione fra la società che gestisce il trasporto e i viaggiatori. Alle 17.40 del sabato con 800 persone in coda alla domanda ‘ma adesso viene a riprenderci?’ la risposta è stata che il prossimo traghetto era alle 19.30. Non è pensabile rispondere in questo modo e ci siamo quindi subito attivati per risolvere il problema. Da parte di molti ho sentito dire che non verranno più all’Isola Maggiore e ciò non è tollerabile per un disservizio di un ente che ha una concessione pubblica. Siamo in una zona ad alta vocazione turistica e dobbiamo imparare a lavorare in quest’ottica e per questo auspico maggiore sensibilità da parte di Busitalia anche perché non si può ricorrere a servizi alternativi visto il monopolio e la titolarità della concessione”.

Tantissime le mail e i post sulla pagina Facebook dell’evento arrivate agli organizzatori di Moon in june e tutte con lo stesso tenore: evento e posto bellissimi, unici, splendidi e magnifici ma anche la richiesta di più rispetto per i partecipanti sia per il servizio dei traghetti sia per il comportamento di alcuni commercianti dell’isola che, dalle proteste arrivate, avrebbero infatti negato servizi primari come cibo e bagni.

“Insomma, un pubblico civilissimo ma tutti trattati come clienti indesiderati, invece che con educazione e garbo, tutte persone che quindi non torneranno più” ha ribadito ancora Ambroglini per poi aggiungere: “È questo pubblico che paga il festival e va quindi trattato bene. Per chi come noi fa le cose con amore tutto questo è intollerabile. Pertanto, per il futuro o le cose si fanno nel modo giusto o non si fanno per niente”.

“Ho parlato con i 100 fagiani dell’isola per voce del loro capo soprannominato Annibale – ha poi scherzato Ambroglini – e mi è stato detto che hanno apprezzato l’evento anche se pure loro hanno avuto da ridire su come è stata accolta la gente. A volte è meglio parlare con i fagiani che con gli isolani”. “Siamo orgogliosi di essere andati oltre la visione iniziale di Sergio Piazzoli – ha concluso Ambroglini – e ribadiamo che Moon in june può avere ancora sviluppi enormi ma a queste condizioni non si può andare avanti. Siamo soddisfatti ancora per un festival, ormai tra i più importanti e suggestivi dell’Umbria, che fa cultura ed unisce a questa un ambiente unico. Vogliamo continuare a lanciare l’Isola e il Trasimeno con la cultura? Vogliamo aiutare chi prova a fare qualcosa per la bellezza, l’arte e il turismo?”.

Così invece Vasco Brondi racconta la sua esperienza a Moon in june

“Questo concerto sull’Isola Maggiore era perfetto per l’idea di suonare uscendo dalle solite rotte. Creare una giornata da condividere, andare a vedere il nostro grande patrimonio italiano che non è solo quello artistico ma è anche, e per me principalmente, quello naturale. Una giornata indimenticabile, una vera esperienza. Incontrarsi in un posto stupendo per un concerto impossibile da ricreare. In quest’epoca di schermi e di riproducibilità di tutto, creare un evento unico è la cosa più bella che c’è. Essere tutti assieme nello stesso e nello stesso momento resta la più grande delle tecnologie e l’esperienza più potente che si può fare. Il sole che tramonta e illumina i visi del pubblico, il vento che muove le onde ed entra nei microfoni, resterà per me un concerto memorabile”.