La proposta di legge è stata presentata dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Matteo Giambartolomei
Prevede che la Regione Umbria si costituisca “parte civile nei processi per aggressioni ai danni del personale del Servizio sanitario regionale, del trasporto pubblico locale, della scuola, delle Forze di polizia, delle Forze armate, del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e dei volontari del Sistema regionale di protezione civile, aggressioni ai danni, cioè, di chi serve lo Stato e tutti noi” la proposta di legge che vede primo firmatario il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Matteo Giambartolomei. Nella proposta, depositata e firmata anche dai colleghi di partito Eleonora Pace e Paola Agabiti, si ricorda come “negli ultimi anni si sta assistendo, purtroppo, all’acuirsi di episodi di vere e proprie aggressioni fisiche ai danni del personale Servizio sanitario regionale, del trasporto pubblico locale, della scuola, delle Forze di polizia, delle Forze armate, del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e dei volontari della Protezione civile, seppure manchino statistiche certe sulla dimensione del fenomeno”. “Gli esercenti le professioni sanitarie e i lavoratori nell’ambito dei trasporti e della scuola – si legge nella Pdl – nel corso della loro attività lavorativa sono esposti al rischio di subire atti di violenza con una frequenza più elevata rispetto ad altri settori lavorativi. L’esperienza di violenza nel posto di lavoro può consistere in aggressione o altro evento criminoso che può trasformarsi in lesioni personali importanti, se non addirittura, nei casi più drammatici, in omicidio”. Nel disegno di legge si sottolinea come “i fattori di rischio responsabili di atti di violenza diretti contro gli esercenti le professioni sanitarie sono numerosi ma l’elemento peculiare e ricorrente è rappresentato dal rapporto fortemente interattivo e personale che si instaura tra il paziente e il sanitario durante l’erogazione della prestazione sanitaria e che vede spesso coinvolti soggetti, quali il paziente stesso o i familiari, che si trovano in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo”. “Diversi sono i fattori di rischio per i lavoratori addetti al trasporto pubblico – si legge nel documento –, dove l’elemento peculiare è riconducibile in modo particolare, ma non solo, all’azione di controlleria verso i fruitori del servizio che spesso risultano essere sprovvisti dell’idoneo titolo di viaggio o pongono in essere atti vandalici sui mezzi stessi. Parimenti, sono numerosi gli operatori del mondo della scuola nel rapporto studenti/insegnanti e famiglie/insegnanti. Per quanto riguarda i fenomeni di aggressioni ai danni del personale delle Forze di polizia, delle Forze armate, dei Vigili del fuoco e dei volontari della Protezione civile, questi sono riconducibili in parte alle dinamiche legate alla professione stessa e in parte al clima di lassismo che si è venuto a creare negli ultimi tempi, di forte mancanza di rispetto nei confronti dello Stato e dei suoi rappresentanti”. “Nella mia vita professionale di avvocato – ricorda Giambartolomei – ho visto tanti di questi episodi nei quali la costituzione di parte civile è stata lasciata alla discrezionalità e a valutazioni estemporanee laddove invece serve solo certezza: chi aggredisce un servitore dello Stato, nelle sue differenti articolazioni, avrà lo Stato, e in questo caso la Regione, contro nel suo iter processuale civile”.