Campagna social contro violenze donne in Ucraina, Claudiani: “Crimini che non devono passare inosservati”

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Una campagna social per esprimere solidarietà, vicinanza e preoccupazione per le donne ucraine. È l’ultima iniziativa del Coordinamento donne Cisl, “che esprime preoccupazione per le condizioni delle donne in Ucraina

   

In Afghanistan prima ed ora in Ucraina, le vittime della guerra sono donne e bambini in tanti orfani, come denunciano le organizzazioni umanitarie, oggetto di vere e proprie deportazioni oppure costretti alle violenze, concluse il più delle volte con un colpo alla nuca”.

“E’ proprio vero – spiega la Coordinatrice Sara Claudiani – che la guerra la fanno gli uomini, ma la subiscono le donne, spesso soggette alla violenza più orrenda, lo stupro. I soldati russi aggrediscono le donne dai dieci anni in poi. Le prime sono state le soldatesse, catturate dopo uno scontro all’aeroporto di Hostamel, stuprate, poi uccise e per nascondere tutte le prove, fatte a pezzi. La Commissaria per i diritti umani del Parlamento Ucraino, Lyudmyla Denisoma, ha denunciato e documentato i continui stupri, a Bucha, persino su donne incinte, poi date alle fiamme. Le donne ucraine all’inizio si vergognavano, ma visto che i russi stanno usando lo stupro come crimine di guerra, le testimonianze stanno arrivando da tutto il paese”.

“A Mariupol, Olga, donna di trentuno anni, si era rifugiata in una scuola ed ha denunciato il soldato che l’ha torturata e stuprata più volte, ferendola, in tutta il corpo, con un coltello, poi tagliandole i capelli in segno di umiliazione e disprezzo. C’è anche la storia di Natalya trentatré anni, che ha raccontato al Times di essere stata violentata per giorni, da due soldati russi, con un figlio di quattro anni che, piangeva nelle vicinanze, dopo che le avevano ucciso il coniuge. La deputata ucraina Leisa Vasylenko ha postato la foto di una donna violentata ed uccisa con una sorta di svastica, ossia i simboli russi incastonati. Cinque milioni, per lo più donne e bambini, sono in salvo in Europa, ma le altre donne sono vittime dell’odio e delle barbarie e restano soltanto le foto dei loro volti. Le donne violentata e rifugiate in Polonia, non possono interrompere le gravidanze per colpa di una legge tra le più restrittive in Europa- Gli attivisti ed i dottori, a rischio della prigione, sono al confine per soccorrere le donne, fornendo le pillole abortive per evitare che queste donne, dopo le violenze, non vedendo altra soluzione si suicidino. A tutte le rifugiate Human Rights Wacth sta fornendo supporto psicologico”.

“La tutela delle donne – conclude Claudiani – deve passare anche attraverso la legge perché lo stupro e le aggressioni sono crimini di guerra e rappresentano una violazione del diritto umanitario internazionale. Ci aspettiamo dunque pene dure in tempi rapidi per gli aggressori di tutte le donne che subiranno e stanno subendo i segni dell’odio. Noi vogliamo ribadire la nostra posizione con una campagna social che rilanci l’attenzione su queste storie terribili, come monito affinché non passino inosservate”.