Perugia, Michele Fioroni ha presentato ‘L’analista’: una spy story “che somiglia sempre più alla realtà”

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Sala gremita, con oltre 250 persone. L’esperto di marketing, professore universitario e politico è al suo terzo romanzo – Il libro si compone di oltre 250 pagine, in un racconto tra terrorismo, diplomazia e spionaggio

   

Nasce durante qualche notte insonne, ispirato dalla gente che ha incontrato per strada, nei suoi tanti viaggi o seduta al tavolo di una riunione. ‘La caduta degli zar’ doveva essere il titolo originario del libro, ha scherzato con il pubblico dell’auditorium di Confindustria Umbria, a Perugia, il suo autore Michele Fioroni, che ha poi scelto di chiamare il suo terzo romanzo ‘L’analista’. Presentato venerdì 26 settembre il volume, edito da Baldini + Castoldi per la collana ‘I lemuri’, è una spy story che si dipana in oltre 250 pagine e racconta quanto sottile sia la linea tra terrorismo, diplomazia e spionaggio, tra verità e manipolazione. Protagonista è Richard Parnasi, politico e lobbista di lungo corso, che parte per una missione a Washington e incontra Farah Cooper, brillante analista di origine saudita. L’attrazione tra i due è immediata, ma ciò che Richard non sa è che Farah è al centro di un piano terroristico orchestrato dallo sceicco Al Rashad: un attacco per far saltare il vertice tra il presidente USA e il principe dell’Arabia Saudita, attentando alla loro stessa vita. Farah è la pedina chiave, scelta per la sua intelligenza e insospettabilità e manipolata facendo leva sul suo complesso rapporto con le origini e l’identità culturale. Quando l’attrazione imprevista mette a rischio la riuscita dell’attentato, Richard diventa un ostacolo da eliminare.

Nella veste di autore-moderatore, Michele Fioroni è stato introdotto dal padrone di casa, il presidente di Confindustria Umbria Vincenzo Briziarelli, che ha ricordato le “capacità profetiche” dell’autore del libro, esperto di marketing, professore universitario e politico: nel suo primo thriller, infatti, ‘Ombre cinesi’ (2019), Fioroni ha messo in scena il personaggio di Richard Parnasi con il compito di intercettare l’imprenditore delle biotecnologie Lynn Pen, uno degli uomini più potenti e spregiudicati al mondo, al centro di un intrigo internazionale per destabilizzare la Cina attraverso un potente virus e un complotto ai danni del presidente della Repubblica popolare cinese. “Poco dopo è scoppiata la pandemia di Covid 19. Michele, devi dirci qualcosa?, ha chiesto ironicamente Briziarelli.

Se anche L’analista si rivelerà ‘profetico’ si vedrà, ma certamente è riuscito a catturare l’attenzione della platea, oltre 250 persone, e ad aprire un dibattito sull’attualità tra i presenti al tavolo: Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, Tiziana Crociani, amministratore delegato di Ti style iT e Federico Fabretti, lobbista, partner della società Comin & Partners. Nel pubblico, fra gli altri, anche Donatella Tesei, ex presidente della Regione Umbria, il parlamentare europeo Marco Squarta, il senatore Franco Zaffini, i consiglieri regionali Andrea Romizi e Nilo Arcudi, l’ex assessore regionale Enrico Melasecche, i consiglieri comunali di Perugia Margherita Scoccia ed Edoardo Gentili, gli imprenditori del vino Marco Caprai e del tartufo Giuliano Martinelli.

“Nel mondo in cui viviamo – ha detto Cerno – L’analista sembra quasi un romanzo realista ed è questa la sua forza. La realtà prende forma intorno a personaggi apparentemente di fantasia che somigliano sempre di più alla quotidianità che raccontiamo sui giornali. La geopolitica del pianeta si sta muovendo a una velocità tale per cui piano piano questo libro rischia di diventare un saggio. Il libro è ambientato a Washington ma il suo protagonista ha un’italianità che richiama ad una certa visione di Occidente. L’Italia è collocata al centro tra l’Est e l’Ovest nella storia, prima antica con l’Impero romano, poi contemporanea, nel grande periodo della Guerra fredda e oggi in questa nuova divisione che sta nascendo. Il ruolo del governo italiano, per ora, è stato quello di dire all’Europa che si può rimanere occidentali, si può rimanere democratici, si può dire No a una deriva culturale che ci porta a cedere a una cultura islamista che dice ‘Voi siete multiculturali, noi abbiamo diritto ad esistere’, ma vuole cambiare le nostre regole”.

“Io non lo so se ci sarà una terza guerra mondiale – ha affermato Tricarico – ma devo dire che tutti si stanno adoperando affinché questo accada. Ogni evento viene sovraccaricato di significati che non ha o perlomeno li ha in minima parte. Bisognerebbe mantenere i nervi saldi e cercare di attenersi un po’ di più ai fatti e soprattutto intraprendere finalmente un cammino di pacificazione che nessuno ha intrapreso. Anche se si dice che Trump ci ha provato, lo ha fatto in maniera maldestra. La raccomandazione che cerco di fare a tutti, e non perdo occasione, è di non gettare benzina sul fuoco come irresponsabilmente tanti governanti e politici stanno facendo. Io non pretendo che un politico sappia quanti motori ha l’F-35 o di che tipo sono. Ma che cos’è l’articolo 1, il 4 o il 5 dell’Alleanza atlantica, questo sì, lo pretendo”.

“ll libro si muove lungo le dinamiche della geopolitica – ha spiegato Fioroni – , alcune molto aderenti all’attuale realtà, quindi l’alleanza fra Stati Uniti e Arabia Saudita, il rapporto storico fra Stati Uniti e Israele e il fatto che l’attentato terroristico voglia proprio minare queste relazioni per destabilizzare definitivamente il Medio Oriente. Gli occhi con cui guardo il mondo mi sono serviti per raccontare l’universo che si muove attorno al protagonista, ma solo apparentemente il personaggio Parnasi è autobiografico”.