Contrastare il lavoro irregolare nel settore della manutenzione del verde attraverso una rete che coinvolge istituzioni e associazioni di categoria a livello regionale. Questa la finalità del protocollo siglato, mercoledì 10 giugno, dalla Direzione territoriale del lavoro, Inps, Inail, Confagricoltura e Cia Umbria. Due gli obiettivi principali che impegnano i firmatari: svolgere azioni di informazione e sensibilizzazione per incentivare comportamenti in linea con leggi vigenti e corrette procedure nell’assunzione di lavoratori ed effettuare azioni di controllo per contrastare l’impiego di lavoro irregolare. A firmare il documento, che scadrà il 31 dicembre 2016, sono stati, a Perugia, nella sede regionale dell’Inail, il suo direttore Anna Maria Pollichieni, insieme a Sabatino Chelli e Gabriele Mastragostino, direttori regionali rispettivamente della Direzione territoriale del lavoro e dell’Inps dell’Umbria, Maria Grazia Maccherani e Domenico Brugnoni, presidenti rispettivamente della sezione florovivaistica di Confagricoltura Umbria e di Cia regionale. Il protocollo vuole scoraggiare l’impiego di lavoro irregolare, spesso non qualificato e improvvisato, che rappresenta un danno alle aziende che operano a norma di legge, perché risulta più competitivo per i privati, oltre che al sistema fiscale, contribuivo e previdenziale. “Con questa firma – ha detto Pollichieni – è emersa la volontà di tutti i soggetti coinvolti di far fronte a una situazione che si sta delineando nel territorio. Ci sono state segnalate, infatti, situazioni di lavoro nero nel settore. È importante intervenire perché si tratta di una forma di concorrenza sleale e poi perché il lavoratore assicurato è anche quello informato e che corre meno rischi nella sua attività. Se guardiamo gli infortuni relativi all’anno 2014 in Umbria, notiamo una diminuzione, ma ci rendiamo conto che soprattutto in agricoltura gli infortuni mortali sono sempre tanti e che la maggioranza riguarda lavoratori stranieri”. Secondo i numeri di Open data Inail, infatti, nel 2014, gli infortuni sul lavoro in Umbria sono stati 11.725, di cui 17 mortali, a fronte dei 12.635, di cui 25 mortali, del 2013, con una contrazione del 7,2 per cento complessiva e del 32 per cento di quelli mortali.
“La ratio fondamentale di questo protocollo – ha aggiunto Mastragostino – è quella di privilegiare azioni preventive, in affiancamento a quelle repressive e di controllo pur necessarie, per facilitare il lavoro regolare. Auspico si possa arrivare a un monitoraggio finale che dia dei dati utili da analizzare”.
“La forza di questo atto – ha aggiunto Chelli – sta nella collaborazione tra soggetti diversi, pubblici e parti sociali, nel loro coordinamento per lavorare in maniera più efficiente, evitando duplicazioni e, quindi, perdita di risorse. Dai privati possiamo anche avere opportune segnalazioni di problematiche che aiutino a indirizzare l’attività degli organi preposti a fare controlli sul lavoro sommerso e sulla sicurezza”.
“La situazione delle aziende – ha aggiunto Maccherani – è molto preoccupante. Chiunque, infatti, si ritiene in grado di poter svolgere questo mestiere. Nel corso degli anni abbiamo notato un grandissimo aumento del fenomeno e pertanto ritenuto di coinvolgere le istituzioni al fine di contrastare in maniera seria il problema. Le aziende non hanno strumenti per difendersi e subiscono una continua erosione di lavoro pur rispettando tutte le regole previste”.
“La comunicazione – ha concluso Brugnoni – è fondamentale verso le aziende e i lavoratori ma soprattutto verso chi usufruisce del servizio e non si rende conto dei rischi che corre a non avvalersi di personale qualificato”.