L’Umbria rimandata nel rapporto Crea sulla sanità

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Alcuni indicatori peggio della media ma altri meglio

   

L’Umbria è tra le regioni rimandate nel rapporto “Le performance regionali” del Crea, Centro per la ricerca economica applicata in sanità.

L’analisi dei risultati delle Regioni e le relative valutazioni sono state assegnate, per l’11/a edizione da oltre 100 esperti raggruppati in un panel composto da esponenti di istituzioni, management aziendale, professioni sanitarie, utenti, industria medicale.

L’Umbria nel suo complesso è tra le rimandate insieme a Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Molise, Valle d’Aosta e Abruzzo, che raggiungono livelli di performance abbastanza omogenei.

Tra gli indicatori colorati di rosso, cioè inferiori alla media nazionale, il tasso di attuazione del Fse, la spesa sanitaria pubblica pro capite standardizzata e lo sforamento dei tetti per quella spesa farmaceutica. Segnali negativi anche per la quota di persone che rinunciano alle prestazioni sanitarie e per il tasso di ospedalizzazione per patologie croniche.

L’Umbria fa invece meglio della media Paese per la quota di interventi con tecniche mininvasive e l’indice di implementazione della rete oncologica, la speranza di vita senza limitazioni funzionali per gli ultrasessantacinquenni, l’indice di salute mentale, quote di persone anziane o disabili con assistenza domiciliare integrata con i servizi sanitari e tasso di screening cervicale, mammografico e colon-rettale.