Caccia, Atc Perugia 1 approva il bilancio: al via risarcimenti per danni subiti dagli agricoltori nel 2020

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Nella foto: Igor Cruciani

Riguardo gestione cinghiali, si lavora ad albo di operatori abilitati al pronto intervento. Primo acconto del 64%, il resto appena arrivano i fondi stanziati dalla Giunta regionale

   

Dopo aver approvato il bilancio consuntivo 2020 a larga maggioranza, nonostante l’assenza di tutte le associazioni venatorie ad eccezione di Arcicaccia, l’Ambito territoriale di caccia Perugia 1 potrà finalmente procedere alla liquidazione dei danni subìti dagli agricoltori nel 2020. Si partirà fin da subito con un primo acconto del 64% per poi provvedere alla completa liquidazione non appena arriveranno i fondi stanziati dalla Giunta regionale.

L’intervento dell’assessore regionale Roberto Morroni, che ha dimostrato una forte volontà di risolvere la spinosa questione delle quote da versare da parte dei cacciatori, peraltro previste dal Regolamento regionale 34/99, è stato accolto dagli organi di gestione dell’Atc Perugia 1 con grande soddisfazione in quanto permetterà di dare il via immediato ai risarcimenti e di non gravare ulteriormente sui cacciatori, in un anno funestato dalla pandemia anche per quanto riguarda la gestione del cinghiale.

“Il bilancio consuntivo 2020 dell’Atc – ha detto il presidente Igor Cruciani – si è chiuso positivamente, con un avanzo di gestione che attesta il buon lavoro del Comitato in carica. Nonostante la preoccupante riduzione del numero dei cacciatori che inevitabilmente porta meno soldi in cassa, l’Atc Perugia 1, che ha da tempo rinunciato alle immissioni pronta caccia, pratica tanto discutibile dal punto di vista della soddisfazione venatoria quanto scientificamente sbagliata, ha realizzato un piano di ripopolamento invernale con circa 5mila fagiani e 1000 lepri, in linea con quello degli anni precedenti. Il bando a favore degli agricoltori, per il quale sono stati stanziati 100mila euro, ha permesso di realizzare colture a perdere per la selvaggina e interventi di miglioramento ambientale anche all’interno delle Zone ripopolamento e cattura e delle Aree di rispetto temporaneo, ambiti inibiti all’attività venatoria e finalizzati al ripristino di popolazioni naturali di selvaggina stanziale che costituiscono delle aree chiave nell’ottica di una gestione faunistico-venatoria basata su solide basi scientifiche e di una caccia consapevole e sostenibile nel tempo”.

“Per quanto riguarda la tanto contestata gestione del cinghiale – ha proseguito Cruciani –, dopo un anno in cui il Covid ha fortemente limitato l’operatività delle squadre e gli interventi di controllo, l’Atc continuerà a impegnarsi quotidianamente per tentare di risolvere una presenza in termini numerici ormai non più sostenibile formando, tramite un’innovativa piattaforma on-line, cacciatori abilitati al prelievo del suide, che tra l’altro sta già dando inaspettati risultati dal punto di vista numerico, acquistando trappole e recinti di cattura, al fine di ridurre la consistenza della specie e creando un albo di operatori deputati al pronto intervento in caso di danni”.

“Per altro – ha concluso Cruciani – la piattaforma on-line ha garantito e sta garantendo tutt’ora una continuità delle attività formative che ha visto coinvolti centinaia di cacciatori anche da fuori regione sulle più diverse tematiche, dal trattamento delle carni alla gestione di specie problematiche. Proprio la formazione rappresenta uno dei punti cardine di una caccia moderna e pienamente al passo con i cambiamenti della società”.