Via libera del Ministero al “piano anti-povertà”

2020

Via libera del Ministero al “piano anti-povertà”. La soddisfazione dell’assessore al sociale del Comune di Perugia, Edi Cicchi

   

Venerdì 23 marzo al Ministero si è riunita la Rete della protezione e dell’inclusione sociale, che ha approvato il Piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà, incontrando la soddisfazione generale dei Comuni, delle Regioni e anche del mondo del terzo settore e delle parti sociali.

Il Piano rappresenta il primo strumento programmatico per l’utilizzo della quota (cd. “quota servizi”) del Fondo povertà (circa 300 milioni di euro nel 2018 che salgono a 470 milioni dal 2020 e per gli anni successivi) destinata al rafforzamento degli interventi e dei servizi territoriali per i beneficiari del Reddito di inclusione (REI).

Gli interventi e i servizi sociali acquisiscono per la prima volta, la natura di Livelli essenziali delle prestazioni, finanziabili con una disponibilità stabile di risorse che permette di rafforzare i servizi territoriali dei Comuni e di tendere alla loro armonizzazione a livello territoriale e nazionale, individuando specifici obiettivi di servizio da garantire uniformemente nel Paese, in particolare:

 -Il Servizio sociale professionale sarà inteso come livello essenziale, e l’obiettivo di servizio sarà di garantire, attraverso l’assunzione di nuovi assistenti sociali, almeno 1 assistente ogni 5.000 abitanti con risorse vincolate;

-Il secondo obiettivo sarà quello di garantire per la nostra città almeno 1 punto d’accesso ogni 20.000 abitanti.

Ma l’obiettivo più significativo è che il piano consentirà di dare risposte nell’ottica dell’inclusione attiva, attraverso progetti personalizzati tramite la costituzione di l’equipe multidisciplinare.

In virtù del decreto, che considera tali servizi livelli essenziali, saranno potenziati servizi sui territori come, ad esempio, il servizio sociale e le diverse misure previste nel progetto personalizzato (dai tirocini extracurricurali, al pronto intervento sociale rivolto anche alle donne vittime di violenza, assistenza ai minori, assistenza domiciliare e mediazione familiare).

Inoltre, si prevede l’attivazione di percorsi di sostegno alla genitorialità quando nel nucleo familiare sia presente un bambino nei primi mille giorni della sua vita.

Il Piano nazionale, che individua anche i criteri di riparto regionale, dovrà essere approvato con un apposito decreto dalla Conferenza Unificata, per poi aprire la strada ai successivi Piani regionali, attraverso i quali ciascuna Regione indicherà gli specifici rafforzamenti da prevedere nei propri territori. Com’è noto, il decreto ReI prevede un’attribuzione diretta delle risorse agli ambiti sulla base dei criteri di riparto comunicati dalle Regioni; tuttavia, qualora le Regioni volessero integrare con risorse proprie, ci sarebbe un doppio trasferimento: dallo Stato alle Regioni, ed entro il termine di 60 giorni (emendamento ANCI accolto) da queste ultime ai Comuni/Ambiti.

Per questo motivo dopo un anno di lavoro l’Assessore alle Politiche Sociali Edi Cicchi, Presidente della commissione Welfare di Anci Nazionale, esprime soddisfazione per il risultato che è stato frutto di una lunga concertazione tra i soggetti che fanno parte della Rete dell’inclusione:

“Abbiamo ottenuto l’approvazione di una misura importante che riguarda anche i livelli essenziali dell’assistenza che andranno a sostenere le fasce più deboli dei cittadini prevedendo nel contempo un rafforzamento dei servizi e delle strutture dei Comuni”.