Usl Umbria 1, aumentano i servizi offerti dall’Hospice di Perugia

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Dal 2021 al via un progetto che prevede l’assistenza a domicilio anche da parte degli Oss. Nel 2022 hanno effettuato 247 accessi nel Distretto del Perugino

   

 

Nel 2022 hanno effettuato 247 accessi a domicilio assistendo, in media, almeno 9 diverse persone al mese. E’ il bilancio dell’attività che hanno svolto gli Oss (operatori socio sanitari) operanti presso l’Hospice “La casa nel Parco”, il centro residenziale di cure palliative di Perugia. Una nuova modalità operativa, che ha preso il via come progetto nel 2021, per ampliare l’offerta di servizio ed in risposta ai bisogni dell’utenza visto che gli Oss effettuano la loro prestazione in sinergia con le altre figure socio-sanitarie impiegate nel territorio (secondo le indicazioni della Legge 38/2010).

“Il servizio – spiega Susanna Perazzini, responsabile dell’Hospice ‘La Casa nel parco’, il centro residenziale di cure palliative di Perugia – è cominciato in fase sperimentale durante il periodo pandemico dove abbiamo cominciato a prevedere l’accesso presso il domicilio degli utenti ‘presi in carico’ dal servizio territoriale. Nel corso del tempo abbiamo dotato i nostri operatori anche di un’auto di servizio per permettergli di spostarsi autonomamente rispetto alle altre figure professionali che svolgono attività relative alla loro profilo presso le abitazioni dei pazienti”.

Il progetto è stato realizzato all’interno del Distretto del Perugino – il più grande dei sei appartenenti all’Usl Umbria 1 – il quale consente l’erogazione dell’assistenza sanitaria ad una densità di popolazione di circa 200mila persone. Nel dettaglio, l’équipe territoriale di cure palliative eroga la propria assistenza nell’arco del mese a circa quaranta/cinquanta persone affette da patologie a “prognosi infausta”. Nello specifico, invece, l’andamento dei dati ricavati dagli accessi degli Oss dimostra che dall’inizio del progetto nel 2021, dove hanno effettuato 61 interventi, l’attività si sia incrementata con un alto livello di soddisfazione da parte delle persone assistite.

La modalità operativa che richiede la presenza dell’Oss a domicilio può avvenire su segnalazione della stessa équipe, della famiglia o su richiesta stessa dell’utente. Quotidianamente, prima e dopo aver effettuato il servizio domiciliare, è previsto un breve briefing per pianificare e personalizzare il più possibile il processo di nurse ring, per rispondere al meglio ai bisogni dell’assistito e per condividere l’efficacia di ciò che è stato effettuato, prendendo in esame gli obiettivi raggiunti, i bisogni rilevati, le criticità incontrate. Se non ritenuti idonei viene valutata l’opportunità di modificare il piano assistenziale inizialmente progettato.

“L’applicazione del progetto – prosegue Susanna Perazzini – ha consentito e consente di mantenere il più possibile il comfort fisico-psicologico della persona, nonché di permettergli di avere un costante monitoraggio dei sintomi legati alla propria patologia. Una scelta questa che permette di restare presso la propria dimora, pur potendo usufruire di prestazioni socio-sanitarie espletate da parte del personale impiegato presso il centro residenziale di cure palliative di Perugia. Viene garantita in tale maniera la risposta ai bisogni fondamentali indicati nella piramide di Maslow, ricordata per la sua importanza in tutta la letteratura infermieristica così come l’igiene, l’assistenza durante l’alimentazione, la vestizione, il mantenimento di posizioni terapeutiche, la mobilizzazione, la prevenzione delle lesioni da pressione nonché predisporre un setting confortevole. Questo tipo di progetto ha indubbiamente costituito un fattore di arricchimento per il servizio di cure palliative del Distretto del Perugino ed, inoltre, si è caratterizzato soprattutto per aver introdotto una fase sperimentale ed innovativa nel mansionario dell’Oss. La risposta positiva che è stata raccolta in questa prima fase – conclude Susanna Perazzini – incoraggia a proseguire in questa direzione e nel dover impegnare tutti i soggetti coinvolti in una formazione continua tesa a migliorare la prestazione erogata al fine di implementare la qualità del servizio”.