Unioni civili: legge è legge dice Romizi

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“Io mi sono rifiutato di trascrivere nei registri della mia città un matrimonio gay celebrato all’estero”, “ma questo diceva la legge di allora, altri sindaci avevano deciso di forzarla”. “La legge è la legge. Non è che se ti piace c’è, se non ti piace non c’è. La osserverei, anche se sono contrario alla fughe in avanti”. Lo dice al Corriere della Sera Andrea Romizi (Forza Italia), sindaco di Perugia. Sulle unioni civili “credo sia giusto che ci sia una regolamentazione perché la legge si deve adeguare ai tempi. Ma penso anche che non debba passare l’idea del pensiero unico. Insomma, se uno ha un punto di vista diverso non deve essere aggredito, come è successo a me”, afferma. “È il Parlamento a decidere e mi auguro che, fino all’ultimo, ci sia la capacità di mediare su un tema così delicato. Un conto sono le unioni civili, la necessità di regolare i rapporti che possono nascere dalla convivenza. Un’altra cosa sono i matrimoni fra persone dello stesso sesso”. (Ansa.it)