In Umbria il settore agroalimentare in controtendenza

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In Umbria il settore agroalimentare in controtendenza. contribuisce per il 5,2% al PIL regionale, mentre in Italia il settore rappresenta solo il 3,9%

   

Centrato sull’Umbria e sullo sviluppo delle potenzialità del comparto agroalimentare del territorio, si è svolto ieri a Todi presso l’Aula Magna dell’Istituto Agrario Ciuffelli organizzato dal Collegio Periti Agrari dell’Umbria e da UniCredit un incontro sul tema dei finanziamenti per il settore.

Obiettivo è stato quello di offrire ai professionisti del settore, Dottori agronomi e Periti Agronomi dell’area umbra, un vademecum di percorribili strategie di accesso al credito che permetta alle aziende di instaurare un rapporto con le banche stabile nel tempo, modellato sulle recenti innovazioni normative del settore bancario, così da contenere il costo del denaro  e rendere leggibile ed affidabile l’impresa agricola al fine di sostenerne al meglio la crescita.

L’incontro ha toccato i temi del Piano di Sviluppo Rurale per l’Umbria, delle norme di Basilea 2, del rischio di credito e della pianificazione delle esigenze finanziarie rispetto al ciclo produttivo con particolare riferimento al credito di filiera ed al Reverse Factoring.

Nel settore UniCredit è impegnata con una struttura dedicata e con prodotti finanziari specifici. Ne sono esempio concreto i 6 milioni e 400 mila euro destinati all’Umbria nell’ambito del plafond di Agribond 2, un prodotto di tipo tranched, coperto da garanzia di portafoglio rilasciata da Ismea, che prevede condizioni migliorative per l’impresa beneficiaria.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti Marco Cherubino Orsini, Presidente dell’Ordine dei Periti Agrari, Francesco Martella, Presidente della Federazione regionale dei Dottori Agronomi, Stefano Villarini, consigliere dell’Ordine dei Dottori Agronomi, Mauro Bambagioni, Specialista Agricoltura di UniCredit e Daniele Beggiato, Responsabile Crediti di UniCredit per il Centro Nord.

Una panoramica sul settore agroalimentare: Focus Umbria

Quello agroalimentare è un settore che contribuisce per il 5,2% all’economia della regione che vede attive nella filiera produttiva poco meno di 17.600 imprese, 1/5 del totale delle imprese attive in Regione. (In Italia la contribuzione dell’agroalimentare al PIL complessivo è invece del 3,9%: 1,2 punti in meno rispetto all’Umbria).

In dettaglio, nel 2016 il valore aggiunto dell’agroalimentare umbro è di circa 1 mld di cui almeno la metà proveniente dall’attività produttiva agricola.

L’Umbria è una regione ad elevata specializzazione agroalimentare attenta alla qualità e ad un’offerta diversificata per valorizzare il settore con 9 specialità certificate DPO, IGT prodotte da 2051 imprese…(in primis sagrantino, extra vergine di oliva, prosciutto di norcia….).

Le aziende agricole attive nel comparto dell’agriturismo sono 1271, di cui 413 con ristorazione e 1.110 con altre attività (equitazione, escursionismo, fattorie didattiche, ecc…)

La natura anticiclica del settore ha attenuato l’impatto della crisi, così a fronte di un valore aggiunto dell’intera economia regionale diminuito del 16% tra il 2007 e il 2015, quello dell’agricoltura, nello stesso periodo, risulta aumentato del 1,2%.

L’export guida la crescita del settore agroalimentare nel suo complesso in Regione: le vendite all’estero sono aumentate infatti nell’ultimo decennio di circa il 70% con al primo posto il settore dei cereali/ortaggi con 165 milioni seguito dal comparto olio/grassi con 164 milioni (dati del 2016) e le prospettive del settore sono particolarmente positive, legate alla domanda estera che ha un trend di crescita potenziale legato alla crescita della popolazione ed alla predisposizione favorevole verso “l’italian food”.