Umbria: “Primi segnali di efficacia”

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Umbria: “Primi segnali di efficacia”. Lo afferma il Direttore regionale alla sanità, Claudio Dario

   

In Umbria “cominciano a vedersi i primi segnali d’efficacia” delle misure di contenimento del Covid. Lo ha rilevato il direttore regionale della Sanità Claudio Dario nella conferenza stampa settimanale di analisi dei dati della pandemia. Ha comunque rilevato che rimangono “differenze molto significative” tra la provincia di Perugia, dove più alto è il contagio, e quella di Terni. Gli esperti del nucleo epidemiologico hanno quindi spiegato che l’incidenza dei casi per 100 mila abitanti “non è più in salita”. Hanno tuttavia parlato di dati da confermare nei prossimi giorni.

“Ci troviamo di fronte ad una incidenza delle varianti molto significativa che evidenzia come queste stiano sostituendo il ceppo originario”.

Dopo la conferma da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) di 63 casi totali causati da varianti, 41 dalla brasiliana e 22 dall’inglese, sui 77 campioni inviati, la Regione sta ora aspettando i risultati relativi ad altri 114 tamponi, attesi nel fine settimana.

L’indice Rt in Umbria calcolato sugli ultimi 14 giorni, quindi in anticipo su quello dell’Iss, è di 0,98 (0,8-1,16): a fornirlo è stato il Nucleo epidemiologico regionale durante il consueto aggiornamento settimanale sull’andamento dell’epidemia. Un indice che – è stato detto – conferma anche l’andamento della curva epidemiologica. Questa dopo una salita costante e lineare degli ultimi tempi, da qualche giorno

“ha iniziato a flettere” e nella sua media mobile “anche se non stabilizzata vista la forte oscillazione ancora del numero dei casi”.

Nell’incidenza di casi di positività Covid per 100 mila abitanti permane una “grande differenza” anche nell’ultima settimana fra la provincia di Perugia (332,76) e quella di Terni (82,34).

I tecnici del comitato regionale hanno poi evidenziato è che per la provincia di Perugia è iniziata la discesa dell’incidenza, di poco ma ora non più in salita (da 344,67 a 332,76 in una settimana).

I ricoveri ordinari, che hanno toccato una punta di 469, seguono la curva epidemica – è stato detto – con un numero di casi ancora più alto del picco di novembre (375). Lo stesso per quelli relativi alle terapie intensive (85) con il numero dei pazienti che ha un andamento più tendente alla crescita rispetto alla curva epidemica.