“Umbria impreparata alla seconda ondata”

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“Umbria impreparata alla seconda ondata”. La protesta dell’opposizione

“Non possiamo nascondere il nostro sconcerto per il livello di impreparazione che sta mostrando la Regione Umbria nel gestire la seconda ondata di contagi Covid19”.

   

È quanto dichiarano i consiglieri regionali dei gruppi di minoranza all’Assemblea legislativa dell’Umbria (Tommaso Bori, Fabio Paparelli, Donatella Porzi, Simona Meloni, Michele Bettarelli-PD, Thomas De Luca-M5S, Vincenzo Bianconi-Misto, Andrea Fora-Patto civico per l’Umbria).

“Appare evidente che i quattro mesi di tregua che la pandemia ha concesso, e i nove mesi dall’inizio della stessa, sono stati fatti trascorrere invano, causando un colpevole ritardo sul fronte del potenziamento e dell’organizzazione della macchina sanitaria. Apprestarsi solo adesso a riorganizzare le strutture ospedaliere, prevedere nuovamente presidi misti Covid non Covid, sospendendo così tutte le attività programmate; non essersi ancora dotati di un piano pandemico aggiornato, dimostra come il governo regionale si sia cullato sugli allori inutilmente, senza tenere conto dell’esperienza maturata durante la prima fase dell’epidemia. Quello che più ci preoccupa è il livello di stress cui è già sottoposto il sistema sanitario regionale all’inizio della stagione autunnale. Come abbiamo avuto già modo di sottolineare nel documento sottoscritto da tutte le minoranze, rimangono inevase le scelte chiave che si erano rese indispensabili già in passato, come il reclutamento di nuovo personale medico, tecnico ed infermieristico, così come l’approvvigionamento dei dispositivi medici e di nuove postazioni di terapia intensiva. Essere ricorsi alla sospensione delle sedute operatorie per liberare macchinari e personale sanitario da destinare ai reparti Covid è una scelta che va ad incidere negativamente sulla salute dei cittadini umbri. Serve dunque provvedere al potenziamento dei dipartimenti di prevenzione, per il tracciamento dei casi positivi, dei laboratori per la capacità di testare i contatti e la sanità territoriale per il trattamento dei pazienti, a partire da un ruolo chiaro delle Usca (Unità speciali continuità assistenziale) e l’integrazione con la medicina generale e le AFT (Aggregazioni funzionali territoriali). Non avere ancora un piano di uniforme per assicurare accessi separati e percorsi dedicati nelle strutture ospedaliere aumenta il rischio di esposizione sia per gli operatori che per i cittadini. Così come non aver voluto predisporre i Covid Hospital, per pazienti positivi a rischio cluster familiare, ed essere arrivati solo ora, in estremo ritardo, a bandire un avviso pubblico per le strutture ricettive, dimostra l’incapacità di programmare per tempo azioni veramente efficaci e tempestive. L’unico livello di coerenza che rintracciamo in queste due diverse fasi dell’emergenza è l’assenza continuativa dell’assessore Coletto che rincorre i problemi senza risolverli. Non ultima – concludono – è esemplare la sua dichiarazione in merito ai posti letto aggiuntivi in terapia intensiva, di cui ha dichiarato che l’Umbria non ha ancora bisogno, senza tenere in considerazione i rischi improvvisi di saturazione”.