Umbria all’avanguardia sull’agrivoltaico per la produzione di cibo ed energia

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Nascerà a Valfabbrica (Pg) tra sei mesi il primo impianto italiano in contesti collinari

   

Artefice del progetto l’azienda AKREN con la collaborazione scientifica di CESAR – Università degli Studi di Perugia.

Venerdì 24 febbraio si è tenuta la posa della prima pietra e un convegno sul tema dell’agrivoltaico come disciplina integrata e nuova tecnologia che concilia la produzione di cibo ed energia verde rispettando la biodiversità.

Sono intervenuti, tra gli altri, Roberto Morroni (assessore alle Politiche Agricole e Agroalimentari dell’Umbria), Angelo Frascarelli (presidente ISMEA) e Maurizio Commodi (fondatore di AKREN).

L’impianto dalla potenza di circa 1 megawatt contribuirà a produrre energia rinnovabile per circa 500 famiglie, caratterizzandosi anche come laboratorio aperto di ricerca ed innovazione nel nascente settore agrivoltaico

 

 

 Tra sei mesi entrerà in produzione il primo sistema agrivoltaico avanzato dell’Umbria, per poi iniziare le coltivazioni con l’arrivo del prossimo inverno. Agrivoltaico come disciplina integrata e nuova tecnologia che oltre alla produzione di cibo allo stesso tempo assolve anche a quella di energia verde.

Siamo agli albori di questa tecnologia e l’impianto agrivoltaico che nascerà a Sospertole, piccola frazione del Comune di Valfabbrica (Pg), sarà anche uno dei primi in Italia soprattutto in contesti collinari visto che finora le tecnologie si sono sviluppate principalmente in pianura. Tra gli obiettivi di questo progetto c’è anche quello di portare un nuovo utilizzo dei terreni marginali e ricchezza alle aree interne spesso abbandonate. L’agrivoltaico assolve un ruolo anche come mezzo per combattere l’avanzamento delle zone aride e riportare fertilità, cibo e ricchezza nei territori svantaggiati.

La posa della prima pietra di inizio lavori si è tenuta venerdì 24 febbraio seguita da un workshop riservato ad operatori del settore dal titolo: “AGRIVOLTAICO: energia, cibo e fertilità dalla terra. Il ruolo dell’Open Innovation Lab nell’era dei big data”. Un evento per condividere le idee e per capire insieme il nuovo ruolo dell’agricoltura e le nuove forme di redditività possibili.

Artefice del progetto è AKREN (www.akrengroup.com) che sviluppa progetti agrivoltaici e mette in pratica un impianto pilota su una azienda agricola di 40 ettari inserita nella collina umbra.

Akren coglie in questo modo le esigenze di transizione ed autonomia energetica, realizzando un impianto con una potenza di circa 1 megawatt che produrrà energia rinnovabile per circa 500 famiglie valorizzando la produzione agricola. Questo impianto contribuirà ad evitare circa 500.000 chilogrammi di anidride carbonica ogni anno, equivalenti ad aver piantato circa 4 mila alberi oppure ad aver eliminato le emissioni prodotte da 300 auto di media cilindrata.

A fare gli onori di casa è stato l’Ing. Maurizio Commodi, fondatore di AKREN: “I benefici di questo metodo sono molto grandi ed evidenti, soprattutto per la capacità di risolvere gran parte del problema energetico e addirittura di creare valore per le aziende agricole portando un nuovo reddito e una nuova filiera di prodotto, con l’energia che diventa una vera e propria attività correlata con l’agricoltura, con la valorizzazione della produzione di cibo sia in termini quantità che di qualità”.

“Sostanzialmente – ha spiegato Commodi – i pannelli fotovoltaici sono elevati da terra e consentono di mettere a frutto i terreni in modo diverso. In alcuni casi la produzione agricola è addirittura avvantaggiata dall’ombreggiamento prodotto dall’agrivoltaico, anche in considerazione del fatto che ci troviamo in un momento storico in cui l’innalzamento delle temperature sta diventando dannoso per le colture”.

Akren, ha poi ricordato Commodi, è anche un “open lab”, ovvero un laboratorio aperto dove fare ricerca e sperimentazione: “L’agrivoltaico oggi è un vero e proprio “movimento di interesse” e sono tantissime le aziende agricole e non che si stanno interessando a questo settore. Akren è presente a pieno titolo in questo settore nella progettazione e realizzazione di impianti con un ampio programma di sviluppo in Umbria e in altre regioni italiane. Moltissime aziende ci contattano per sviluppare questo tipo di progetti, segnale di un settore in rapida crescita. Quello che sorgerà nel comune di Valfabbrica si configura come un impianto pilota che quindi, oltre a cibo ed energia, produrrà anche della conoscenza; in altri termini innovazione. Sarà un impianto sperimentale dove metteremo a punto le tecnologie, le tecniche agronomiche da diffondere ad altre aziende agricole e ad altri impianti specialmente nei contesti collinari”.

E in merito agli investimenti “consistenti” ha ricordato che per l’impianto di 1 megawatt si parla di oltre un milione di euro ma con una serie di misure di contributo pubblico che stanno arrivando legate al Pnrr.

Anche la Regione Umbria si sta muovendo per sostenere processi legati a questo tipo di tecnologie, come ha evidenziato nel suo intervento Roberto Morroni, l’assessore alle politiche agricole e agroalimentari ed alla tutela e valorizzazione ambientale dell’Umbria: “Guardiamo a questi interventi naturalmente con grande interesse perché sono passi nella direzione di una capacità di produrre energia diffusa e sono passi quindi verso il grande tema della transizione energetica ed ecologica. L’Umbria mette attenzione rispetto a interventi di questa natura e lo conferma il fatto che abbiamo rivisto un regolamento del 2011 per consentire uno sviluppo anche di queste nuove forme come l’agrivoltaico che, rispetto al fotovoltaico a terra, consentono di coniugare l’esigenza di produrre energia con il mantenimento della vocazione produttiva del territorio agricolo. Un sistema, in definitiva, che consente questa convivenza armonica”.

Ad inserire l’agrivoltaico all’interno delle sfide del Green Deal è stato il presidente dell’ISMEA Angelo Frascarelli: “All’interno della strategia europea che in trent’anni prevede di raggiungere la neutralità climatica, l’agricoltura ha un ruolo importantissimo perché contemporaneamente deve produrre cibo, ma anche ambiente, paesaggio ed energia che è diventata strategica e importante. E l’agrivoltaico rappresenta la direzione giusta da prendere”.

Il progetto innovativo integrato realizzato da Akren nel contesto collinare di Valfabbrica è pensato in collaborazione con SunCity, Abaco Group e CESAR – spinoff dell’Università di Perugia. Le coltivazioni possibili sono sommariamente tutte quelle che usualmente vengono coltivate in Umbria e in questo specifico progetto insieme al Cesar saranno fatte anche delle sperimentazioni che andranno dai grani alle leguminose, dalle erbacee in generale fino anche a colture arboree, come ha ricordato anche il moderatore dell’incontro Gabriele Chiodini, agronomo CESAR che si occupa di filiere agroalimentari e di innovazione in agricoltura.

Di relazione tra le attività umane e biodiversità ha parlato Alessandro Chiarucci, direttore Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna: “La biodiversità è un valore essenziale del pianeta, una delle risorse più importanti e ancora poco conosciute. È importante quindi che le attività che andiamo a sviluppare sul territorio siano rispettose di questo valore. L’agrivoltaico può essere certamente integrato nel rispetto e nella conservazione della biodiversità e questa è una mission che va perseguita per i prossimi anni”.

Infine, per l’esperto in Gestione dell’Energia Filippo Ceccarini, l’agrivoltaico è anche “un nuovo modo di connettere imprese e mondo agricolo tramite la forma di contratti di filiera, per raggiungere l’obiettivo di stabilizzare i prezzi dell’energia ed essere sempre meno dipendenti dalle fonti fossili e contribuire quindi alla decarbonizzazione del Paese”.