U-Savereds incontra le associazioni animaliste e ambientaliste

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Ad un anno dall’avvio del progetto U-SAVEREDS, dopo un percorso di analisi e monitoraggio, i partners del progetto hanno invitato ad un Tavolo tecnico tutte le Associazioni umbre che si occupano di questioni ambientali e benessere animale. L’incontro si terrà il giorno giovedì 3 dicembre, dalle ore 16.00 alle ore 18:30, presso la Sala Azzurra del V piano della Regione Umbria in via Mario Angeloni, 61. Scopo principale dell’incontro è presentare il progetto nel dettaglio (obiettivi, azioni, risultati attesi) e fornire ulteriori informazioni anche grazie alla presenza congiunta di ISPRA, Regione Umbria, Università di Perugia, Corpo Forestale dello Stato, Legambiente e personale veterinario specializzato. U-savereds, avviato nel 2014, ha visto i soggetti partner, raccogliere in questo primo anno di lavoro, dati dettagliati sul fenomeno umbro e i promotori del progetto ritengono necessario condividere con le associazioni umbre le informazioni raccolte ed elaborate in questi mesi. Nel corso della riunione verrà presentata la “Miglior Strategia Gestionale”, uno strumento dinamico elaborato sulla base delle migliori informazioni disponibili. Sono state invitate le associazioni Club Alpino Italiano, ENPA, Italia Nostra, LAV, Lega nazionale per la difesa del cane, LIPU, OIPA, Sportello a 4 Zampe, UNA Foligno e WWF Italia.

Il progetto

U-SAVEREDS è un progetto comunitario nato dall’obbligo di dare attuazione al Regolamento europeo sulla prevenzione, gestione e diffusione delle specie alloctone invasive. Esso fa fronte alla minaccia di estinzione cui lo scoiattolo comune europeo (più spesso conosciuto come scoiattolo rosso) sta andando incontro, in seguito alla presenza e all’espansione, anche in Umbria, dello scoiattolo grigio americano. La presenza dello scoiattolo grigio, infatti, in seguito all’instaurazione di una competizione per lo spazio e per le risorse alimentari, causa la scomparsa dello scoiattolo rosso. Il Progetto ha una durata di 4 anni (ottobre 2014-ottobre 2018) e prevede una fase preliminare finalizzata a definire più accuratamente la presenza dello scoiattolo grigio nel territorio regionale; una fase informativa sul tema della difesa della biodiversità e la fase gestionale finalizzata alla rimozione degli scoiattoli grigi, tramite sterilizzazione e soppressione eutanasica indolore. 

I rischi

Lo scoiattolo grigio rappresenta una grave minaccia per la biodiversità forestale di tutto il centro Italia poiché, considerando le caratteristiche sia geografiche sia ecologiche dell’Umbria, è altissima la probabilità di una sua espansione al di fuori dei confini regionali. Esso è una delle specie alloctone invasive inserite nella black list prodotta dalla Commissione europea. Quelle alloctone invasive sono specie animali e vegetali introdotte accidentalmente o deliberatamente nell’ambiente naturale e sulle quali è urgente intervenire perché rappresentano una grave minaccia alla biodiversità oltre ad essere la principale causa di estinzione di molte specie autoctone. Quello delle specie alloctone è un problema ancora poco noto all’opinione pubblica, ma di grande gravità, basti pensare che a livello mondiale gli effetti delle introduzioni sono unanimemente considerate la seconda causa di estinzione delle specie animali e vegetali, dopo la distruzione degli habitat.

I dati

Lo scoiattolo grigio ha una presenza massiccia in Umbria, dove, i primi rilasci sono avvenuti intorno al 2000. Tuttavia fino al 2009 la sua presenza è rimasta sconosciuta alla comunità scientifica e alle istituzioni e, in questo gap temporale, la specie si è espansa fino ad interessare un’area di almeno 50 Km2, che comprende gran parte dell’area urbana di Perugia, mettendo già a rischio la sopravvivenza dello scoiattolo rosso autoctono in diverse di queste aree.

La normativa

Fermare le specie alloctone invasive è una delle misure urgenti adottate dall’Unione europea per raggiungere gli obiettivi 2020 fissati dalla Strategia europea per fermare la perdita di biodiversità. Una risposta attesa da tempo dalla comunità scientifica e dai principali organismi europei che si occupano di conservazione della natura (IUCN Europe, WWF Europe, BirdLife Europe, EEB) che nel 2014 hanno accolto con favore l’adozione del Regolamento UE 1143/2014 sulla prevenzione e gestione dell’introduzione e diffusione delle specie alloctone invasive (IAS) e di cui la lista delle specie è il primo passo. La ricaduta pratica di questa lista è il divieto, a livello europeo, di possesso, allevamento, trasporto e commercializzazione, con la previsione di severi controlli e l’eradicazione di queste 37 specie di flora e fauna, tra cui vi sono la cozza zebra, il gambero rosso della Lousiana, lo scoiattolo grigio, il giacinto d’acqua, il Pànace di Mantegazza, la tartaruga dalle orecchie rosse, la nutria sudamericana.

La critica alla black list

A fronte della black list presentata dalla Commissione europea al WTO (World Trade Organization) e che contempla 37 specie, BirdLife e RSPB (Royal Society for the Protection of Birds) sostengono che dovrebbero essere invece almeno 350 le specie animali e vegetali su cui l’Unione Europea deve intervenire con urgenza. Tale lista, infatti, secondo BirdLife e RSPB è una proposta minimalista e lascia l’intera Europa aperta ad ulteriori invasioni biologiche con gravissime conseguenze per la biodiversità e pesanti danni economici.

Le misure di contenimento

L’eradicazione di una specie alloctona o esotica è una misura da prendere con molta cautela e ciò avviene solo per le specie che definite invasive, ossia in grado di alterare significativamente il contesto naturale nel quale sono state rilasciate. Non rimuovere rapidamente una specie nota per essere invasiva porta inevitabilmente a successive misure di controllo protratte negli anni che determinano la soppressione e/o la sterilizzazione di molti più animali e costi molto maggiori.

I costi del progetto

U-SAVEREDS (Management of grey squirrel in Umbria: conservation of red squirrel and preventing loss of biodiversity in Apennines) è un progetto europeo finanziato nell’ambito del programma LIFE. Complessivamente il progetto dura 4 anni (dal 2014 al 2018) ed ha un budget complessivo di un milione e quattrocento mila euro. Di questi, la metà sono messi a disposizione dall’Unione Europea. I restanti sono messi come co-finanziamento dai partner, ma il punto di forza è che dalle casse degli Enti pubblici usciranno circa 65.000,00 euro, che rappresentano il 5% dell’intero costo del progetto. Tali fondi, se utilizzati autonomamente, non avrebbero consentito alcuna delle azioni finalizzate alla tutela dello scoiattolo rosso.