Treofan: dirigenti accusati per indebito ricorso alla cassa Covid

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Guardia di Finanza Terni

Treofan: dirigenti accusati per indebito ricorso alla cassa Covid. Operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Terni

   

Truffa aggravata ai danni dello Stato per indebito ricorso alla cassa integrazione da Covid nel periodo tra il 10 agosto e il 10 ottobre scorsi: è quanto la Guardia di Finanza di Terni contesta alla dirigenza aziendale pro-tempore della Treofan Italy srl, la società specializzata nella produzione di film in polipropilene, con stabilimento nel polo chimico ternano, nel frattempo messa in liquidazione dalla proprietà Jindal. Su delega del gip – spiegano le fiamme gialle – è stata quindi data esecuzione di un decreto di sequestro preventivo per equivalente pari a circa 15 mila 400 euro.

L’indagine – coordinata dal procuratore della Repubblica di Terni, Alberto Liguori, e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria – ha disvelato quelli che gli investigatori considerano

“criticità sulla gestione della crisi aziendale” che ha poi portato alla chiusura del sito. In particolare la compagine societaria – secondo la ricostruzione accusatoria – avrebbe fatto ricorso al contributo attraverso una “falsa rappresentazione della realtà aziendale” la cui lamentata condizione di crisi economica sarebbe da ricondurre alla “espressa volontà del gruppo indiano di chiudere lo stabilimento ternano già a far data dalla sua acquisizione, avvenuta nel 2018”.

Questa la nota dei parlamentari umbri della Lega, Virginio Caparvi, Riccardo Augusto Marchetti, Valeria Alessandrini, Barbara Saltamartini, Luca Briziarelli, Simone Pillon, Stefano Lucidi.

“Un plauso alle Fiamme Gialle per la professionalità e l’attenzione dimostrata in una vicenda molto complessa quale quella della Treofan Terni. Secondo la magistratura nella condotta della proprietà indiana vi sarebbe un’espressa volontà di chiudere lo stabilimento ternano già dal momento dell’acquisizione. Nulla di nuovo nei contenuti, che avevamo già denunciato a mezzo stampa più volte, pur tuttavia l’entrata in scena da parte dello Stato in questa vicenda è un segnale importante per l’azienda e per i lavoratori. Non ci interessa questionare nel merito del reato contestato perché sarà compito della magistratura indagare, evidenziamo il nodo politico di una vicenda legata alla strategicità della produzione industriale di una azienda che è stata messa nel mirino da parte del colosso indiano al fine di perseguire ambizioni di mercato che nulla hanno a che vedere con la redditività di un sito che, come sottolineato dalle rappresentanze sindacali, nel periodo di quarantena ha lavorato a ritmi più che sostenuti. Come parlamentari della Lega Umbria, alla luce dell’accordo siglato dall’azienda e da tutte le sigle sindacali, ci siamo già attivati con il Ministero dello Sviluppo Economico affinché il valore produttivo del sito non venga disperso anche attraverso possibili processi di reindustrializzazione”.