Tratta e sfruttamento di esseri umani: al via il progetto “Free Life”

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“Pensavamo che dare la notizia del finanziamento del progetto regionale “Free Life – Fuori dal Rischio Emarginazione ed Esclusione – Liberi Insieme Favorendo l’Emersione”, in occasione della celebrazione della decima Giornata Europea contro la tratta di esseri umani, il 18 ottobre scorso, fosse significativo e importante. La nostra città, infatti, potrà continuare l’impegno per la tutela e la protezione delle vittime di tratta e di sfruttamento, sia esso sessuale, lavorativo o di accattonaggio. Lo stesso giorno, tra l’altro, la Camera dei Deputati, con il voto favorevole di larga parte dei gruppi, tra cui, oltre al PD (il cui Ministro Martina ha proposto il ddl) anche il M5S, ha definitivamente approvato la legge contro il caporalato. In Italia, lo sfruttamento delle persone più deboli, la loro riduzione in schiavitù in virtù del loro essere donne, minori o adulti, stranieri o italiani, è questione attuale e che riguarda tutte e tutti. Questo ci impegna ad assumere iniziative che contribuiscano a garantire i diritti umani, i diritti inviolabili delle persone, ovunque questi siano a rischio. È un modo per contribuire alla lotta contro le organizzazioni malavitose e le mafie, che trafficano e sfruttano le vittime e mettono a rischio la nostra sicurezza. I 5 stelle tuderti, facendo ironia sui miei impegni, che mi accomunano a tante donne, che accettano la sfida della doppia o tripla presenza destreggiandosi, come possono, nel difficile esercizio di conciliare tempi di vita, di lavoro e in molti casi – come nel mio – di impegno civile, nella società o nelle istituzioni, non ritengono di cogliere nella comunicazione fatta adeguate risposte alle loro domande. E dunque eccomi qui, non sottraendo tempo, ma aggiungendo impegno a impegno, a rispondere, ma anche a porre questioni, che il confronto è sempre utile. Il progetto “Free Life” è l’attuazione del primo Piano Nazionale Antitratta, che il Governo ha inteso approvare e finanziare con l’obiettivo strategico di dare continuità, organicità e coerenza alle diverse esperienze portate avanti nel Paese per contrastare il fenomeno. Il Piano conferma la necessità di intervenire su due livelli: il primo, di assoluto rilievo, è quello del contrasto e della repressione del crimine di sfruttamento di esseri umani, affidato a tutte le Forze dell’Ordine; il secondo, quello della prevenzione e della protezione delle vittime, affidato ai servizi sociali pubblici e del privato sociale accreditato. Le azioni previste sono: l’emersione del fenomeno attraverso l’impiego delle unità di strada per il contatto con le vittime, la protezione di quelle che tenteranno di uscire dallo sfruttamento e la loro integrazione attraverso percorsi formativi e, infine, il contrasto e la repressione degli sfruttatori e delle organizzazioni malavitose. Tutti i Comuni capofila delle 12 Zone Sociali dell’Umbria sono coinvolti nel progetto, in un’azione di sistema che si svolge su tutto il territorio regionale. Todi vi partecipa grazie all’esperienza consolidata, a partire dai primi anni duemila, di contrasto al fenomeno della prostituzione sulla strada Todi-Orvieto, che vide nascere un primo progetto denominato “Elena e Flora”, attuato da Caritas e Associazione Giovanni XXIII, poi confluito nei progetti regionali “Fuori dal labirinto” e “Non si tratta”, attuati dall’Istituto Artigianelli Crispolti, soggetto accreditato ai sensi della normativa nazionale in materia di immigrazione. I risultati di questi anni sono stati importanti: in collaborazione con le Forze dell’Ordine sono state liberate, accolte e avviate verso l’integrazione tra le 150 e le 180 vittime, per lo più donne, e sono stati assicurati alla giustizia diverse decine di sfruttatori, denunciati da chi subisce violenze e soprusi di ogni genere. L’adesione a “Free Life” rappresenta quindi la prosecuzione di un’esperienza consolidata e qualificante per partecipare alla strategia nazionale e regionale, che stima di far emergere, nei 15 mesi di durata del progetto, la condizione di circa 4.000 vittime in Umbria. Il finanziamento nazionale ottenuto è di circa 606.000 euro, il cofinanziamento regionale è di circa 104.000 euro, e di questi 5.000 euro sono a carico del Comune di Todi, che insieme ad altri sei Comuni umbri (Perugia, Spoleto, Orvieto, Assisi, Città di Castello e Narni) partecipa al cofinanziamento. “Le parole sono importanti” diceva un grande regista italiano in un film di qualche anno fa. Nelle loro domande i 5 stelle tuderti chiedono: come vengono “elargiti” i finanziamenti e “selezionati i casi meritevoli di intervento”? I finanziamenti vengono “erogati” sulla base dei criteri contenuti nel progetto e rendicontati puntualmente in virtù degli obiettivi raggiunti. Non c’è una “selezione” perché non c’è concorso tra le vittime, che vengono contattate con cautela e discrezione, per non mettere ancora più a rischio la loro esistenza. E anche così non si riesce a salvarle tutte! Il beneficio che ci aspettiamo, per Todi, per l’Umbria e per il nostro Paese è, chiaramente, quello di contribuire ad indebolire il traffico di esseri umani, il loro sfruttamento, il miglioramento delle condizioni di sicurezza sociale di chi vive in Umbria e a Todi”.