“La mobilità non è solo una questione legata agli spostamenti: la mobilità sociale ed economica, per esempio, sono legate al tema dell’accessibilità e all’interconnessione tra territori grazie al trasporti pubblico. L’Umbria deve cambiare paradigma attraverso una vera cura del ferro, favorendo il trasporto su rotaia oltre che su gomma”. Così il consigliere regionale del Partito democratico, Tommaso Bori, intervenendo a Foligno all’iniziativa “L’Umbria e l’Europa: quale trasporto ferroviario per lo sviluppo” durante la quale ha annunciato “la presentazione di una mozione che recepisca i contenuti del convegno e che apra una discussione seria e approfondita sul futuro del trasporto pubblico locale e sulle opportunità che possono scaturire da un’idea diversa di mobilità per una Umbria più attenta ai temi ambientali, più interconnessa, dinamica e realmente accessibile”.
“L’evento di Foligno – spiega Bori – è stato organizzato dal Partito democratico regionale e da quello folignate e ha visto la presenza dei capigruppo Simona Meloni, Thomas De Luca e Andrea Fora, nonché dei rappresentanti sindacali della categoria dei trasporti e degli esponenti politici folignati che hanno avviato una interlocuzione per la costruzione in vista delle elezioni amministrative del 2024. Ad introdurre Vannio Brozzi, già amministratore unico di Fcu. A tutti loro il mio ringraziamento per il pomeriggio di confronto e di dibattito concreto e fattivo, senza campanilismi. Per questo, di sicuro, eventi come quello di ieri saranno replicati e andranno ad affrontare diversi argomenti”.
“Quanto ai trasporti – continua Bori – i treni si confermano mezzi inutilizzati, aumenta il traffico automobilistico con conseguente crescita di inquinamento e incidenti stradali. Per affrontare il quadro dei trasporti occorrerebbe rendersi conto delle modificate esigenze della società. La rete ferroviaria umbra, inoltre, è andata incontro ad un progressivo impoverimento, con abbassamento del livello dei servizi e un’incuria generalizzata. Di fatto, dal 1994 in avanti, non esiste alcun progetto di ammordernamento. In quella sede entrò in servizio la direttissima Firenze – Roma, in Umbria per 80 chilometri. Solo da ultimo è arrivato il Frecciarossa. La questione è che gli umbri, pur avendo 100 chilometri di direttissima, ne usufruiscono molto poco. Serve invece ridisegnare il contratto di servizio che regola i rapporti tra Regione e Trenitalia. Servirebbe sostituire alcuni treni regionali e Intercity con Frecciargento o Frecciarossa che possano accedere alla Direttissima e quindi istituire almeno tre coppie di Frecciarossa Roma – Milano e ritorno. Le risorse per tale operazione potrebbero arrivare dalla rimodulazione degli orari del servizio Tpl”.
“Nonostante il grande rapporto sbandierato ai quattro venti con il ministro Salvini – continua Bori – l’Umbria e l’assessore Melasecche isolano l’Umbria. Ne è la dimostrazione lo stop al progetto Orte – Falconara. Per fare la tanto agognata metropolitana di superficie servirebbe il raddoppio della Foligno – Terontola, anche questa infrastruttura al momento è lettera morta. Sulla Fcu il centrodestra è corso a prendersi meriti non propri. Grandi annunci e basta, purtroppo”.