Trasimeno: ripartono online i laboratori di ceramica e di lavorazione del vetro

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Trasimeno: ripartono online i laboratori di ceramica e di lavorazione del vetro. Il progetto “I patrimoni museali del Trasimeno per un welfare di comunità” che si occupa di pazienti con disturbi mentali, si adatta alla quarantena

   

C’è voglia di ripartire tra i tutor e i ragazzi dei laboratori artigianali del progetto “I patrimoni museali del Trasimeno per un welfare di comunità”. Il fermo di qualche settimana fa causa pandemia non ci voleva, proprio quando i quattro laboratori creati al Trasimeno si erano consolidati ed erano ormai a regime. Ma da Frontiera Lavoro, la cooperativa sociale che gestisce il progetto, non ci si è dati per vinti e dalla settimana scorsa due dei quattro laboratori sono ripartiti, naturalmente solo in modalità on line. Si tratta del laboratorio di ceramica che si svolgeva a Paciano, presso TrasiMemo Banca della Memoria del Trasimeno, e di quello di lavorazione del vetro che si svolgeva a Piegaro, presso il Museo del Vetro.

“Non potendo svolgere lezione in aula – riferisce la coordinatrice del progetto, Giulia Balestro – abbiamo mescolato un po’ di tradizione e un po’ di tecnologia per realizzare i laboratori a distanza. Non sarà semplice, ma ce la metteremo tutta, all’insegna dell’arte del nostro territorio”.

Il progetto “I patrimoni museali del Trasimeno per un welfare di comunità. La democratizzazione della cultura a partire da “TrasiMEMO Arts & Crafts” (realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia), interessa i poli museali di Città della Pieve, Magione, Paciano e Piegaro. I destinatari sono soggetti con disagio psichico e cognitivo che vengono coinvolti in attività pratiche all’interno dei musei demo etnoantropologici del territorio: il Museo del vetro di Piegaro, il Museo della pesca di San Feliciano, il Museo di storia naturale e del territorio Verri di Città della Pieve e TrasiMemo. L’obiettivo è quello di utilizzare i patrimoni culturali quali luoghi e mezzi attraverso i quali superare l’isolamento sociale a cui i soggetti più svantaggiati spesso sono destinati.

“Non avremmo mai pensato di ricorrere all’utilizzo della tecnologia – commenta Balestro – noi che lavoriamo all’interno di musei, di palazzi storici nei quali ci tuffiamo nella tradizione, ci nutriamo di saperi antichi. Abbiamo tessuto, toccato con mano la terra, pescato, modellato, creato, rischiato, tuttavia, il tocco del cuore ha avuto la meglio e ora siamo lontani ma vicini. Uniti dalla connessione, progettiamo insieme e perfezioniamo le nostre abilità attraverso lo spazio virtuale dei laboratori. Abbiamo scoperto di aver creato una vera rete che sa andare in profondità e accoglie. Tuttavia, è essenziale il contatto con la comunità, lo scambio con il vicino, con il compaesano, aprire la finestra e potersi salutare, abbracciare. Probabilmente questo è quello che ci mancherà di più. Appena possibile dovremo riaprire le porte, permettere la circolazione, procedere all’accendersi del semaforo verde… tutti, senza distinzioni”.