Trasimeno: perchè la Regione ha impegnato finora solo un terzo dei fondi europei?

824
Musica, Trasimeno

Trasimeno: perchè la Regione ha impegnato finora solo un terzo dei fondi europei? Accertamenti vengono sollecitati dal consigliere regionale Marco Squarta

   

Accertamenti sull’effettiva disponibilità di 15 milioni di euro provenienti da fondi europei vengono sollecitati dal consigliere regionale Marco Squarta per comprendere cosa stia bloccando l’impegno di 9,5 milioni destinati alle azioni previste dall’Investimento territoriale integrato del Trasimeno. Il presidente del Comitato di Monitoraggio ha chiesto l’attivazione del medesimo organo di controllo per capire come mai, dei 15 milioni, solamente per 5,5 sia stato autorizzato l’impegno dall’Esecutivo a utilizzare le risorse comunitarie.

“Gli unici fondi per i quali risulta l’impegno e l’imputazione contabile – spiega Squarta – sono quelli indicati in una determina del 2017 ma è una somma parziale, corrispondente a circa un terzo della disponibilità.

Vogliamo essere sicuri che quelle risorse indicate per il periodo 2014-2020 non vadano perse altrimenti per gli otto Comuni del Trasimeno vedrebbe vanificata una grande occasione di rilancio. Infatti –  l’Iti riguarda Castiglione del lago, Città della Pieve, Magione, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Piegaro e Tuoro, tutti inclusi nel tavolo di lavoro interistituzionale attivato con Palazzo Donini nel 2014 per definire strategie di valorizzazione e riqualificazione territoriale e paesaggistica del territorio lacustre.

Nello specifico su un totale di 15 milioni i 5,5 autorizzati rientrano nella programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale mentre i rimanenti 9,5 milioni, non ancora impegnati, sono così suddivisi: due milioni a carico del Programma operativo regionale del Fondo sociale europeo (Fse) e 7,5 milioni facenti capo al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.

Denaro – conclude Squarta – che dovrebbe essere immediatamente utilizzato per tutelare e valorizzare i beni ambientali e culturali, rendere più competitive le Pmi, migliorare il sistema di informazione e di comunicazione, premiare l’inclusione sociale e rendere più efficiente la pubblica amministrazione”.