Terremoto: l’Azienda Ospedaliera di Terni tiene alto il livello di allerta

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È tornata a riunirsi stamattina alle ore 8 l’unità di crisi istituita all’ospedale di Terni a seguito del terremoto nell’Italia centrale. All’ospedale di Terni non c’è stato nessun nuovo arrivo di feriti nella notte e nella prima mattinata, ma resta alto il livello di allerta.  L’unità di crisi conferma che l’attività chirurgica programmata è parzialmente ripristinata, in particolare per gli interventi oncologici e ad alta priorità. Al fine di rispondere con la necessaria tempestività all’emergenza relativa al terremoto, restano confermati l’impegno della sala 1 dell’emergenza-urgenza, delle aree di degenza da destinare ad eventuali pazienti provenienti dalle aree colpite dal sisma e il potenziamento dell’organico al Pronto Soccorso. Cresce il numero dei donatori di sangue, al momento più di 100 persone sono al Servizio trasfusionale per effettuare la donazione. La direzione dell’Azienda ospedaliera “Santa Maria” conferma che nell’immediato non si sono criticità per le scorte di sangue e di fronte all’incredibile esempio di sensibilità e solidarietà umana che ha dimostrato la città, invita tutti coloro che desiderano donare a non presentarsi spontaneamente tutti in queste ore, ma a rivolgersi alla sedi AVIS per consentire un coordinamento con il Centro Trasfusionale in base alle effettive necessità.

L’Unità di crisi istituita all’ospedale di Terni è tornata a riunirsi oggi alle ore 18. All’ospedale di Terni non si registra nessun particolare aggiornamento rispetto a quanto comunicato questa mattina: nessuna richiesta di sangue, nessun accesso di feriti provenienti dalle aree colpite dal terremoto o comunque correlato all’evento sismico, nessuna richiesta di disponibilità di posti letto. Resta ricoverata, in condizioni stabili, in UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica) la donna ternana colpita da infarto, mentre il bambino di Amatrice è stato dimesso. Oggi al servizio trasfusionale si sono presentati complessivamente 110 donatori di cui 92 (che rispondevano ai requisiti richiesti per la donazione) hanno potuto effettuare il prelievo. Rimane lo stato di allerta. (fonte: Ansa.it)