Teoria gender, il Cisal Umbria contro i libricini e la maggioranza

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“La vicenda dei libricini gender in consiglio comunale è il segnale di quanto questa maggioranza sia in difficoltà. Con un sindaco che firma la sperimentazione del progetto in vitro, un ‘suo’ consigliere che, giustamente, propone il ritiro dei libri dalle scuole, un capogruppo e due colleghi di coalizione che si astengono, risultato: l’ordine del giorno non è passato”.

   

A dirlo è Vincenzo Filice, segretario regionale Cisal Umbria, che aggiunge:

“Siamo per la difesa del diritto dei bambini ad un’infanzia serena e pertanto difendiamo la libertà di educazione delle famiglie, ragion per cui non approviamo il progetto voluto dal Ministero”.

“Questo ennesimo episodio ci fa capire come il sindaco Romizi debba fare delle scelte – sottolinea il segretario della Cisal Umbria -. È inconcepibile che un’amministrazione comunale di centrodestra si divida su temi del genere”.

“Apprezziamo lo sforzo dell’amministrazione in alcuni settori – continua Filice -, come l’aver apportato agevolazioni, seppur minime, delle tariffe tari e della tassa di soggiorno, ma chiediamo esplicitamente che il sindaco, dall’alto delle sue indubbie capacità, prenda una posizione chiara nei confronti di alcuni assessori della giunta”.

“In particolare – conclude Vincenzo Filice -, mi riferisco all’assessore Dramane Wagué che ha smantellato nel giro di un anno l’esperienza dei servizi socio educativi del Comune, svendendoli e aprendo alla privatizzazione. Per non parlare dell’assessore Francesco Calabrese che ora festeggia il risultato di Perugia, una delle città capofila a livello nazionale, per il progetto Banda ultralarga, nonostante le sue dimissioni di un anno e mezzo fa da CentralCom spa, società a capitale interamente pubblico, che realizza e gestisce le reti di comunicazione”.