Tar blocca apertura caccia

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Mancini (Lega): “La Regione intervenga subito e ribadisca la legittimità del Calendario Venatorio”

   

Nella tarda mattinata di ieri, mercoledì 7 settembre, è arrivata la decisione del Tar dell’Umbria che ha accolto il ricorso delle associazioni ambientaliste sospendendo così l’apertura della caccia fissata per il 18 settembre prossimo.

“Una decisione che lascia profonda amarezza perché si tratta dell’ennesimo schiaffo ai 27mila cacciatori umbri, che non sono tenuti in considerazione, nonostante versino circa 4,5 milioni di tasse di concessione governative e 2,2 milioni alla Regione – esordisce il consigliere regionale Valerio Mancini, a capo del Dipartimento Caccia della Lega Umbria – l’assessore Morroni ha convocato le associazioni venatorie per domani, auspico che questo incontro possa rassicurare i cacciatori e che Giunta Regionale si attivi immediatamente in ogni sede per difendere il nostro calendario venatorio, ribandendo la piena legittimità di un atto condiviso con la commissione competente, le associazioni venatorie e agricole. Il calendario venatorio per la stagione 2022/23 ha ricevuto parere favorevole di tutti i membri della Terza Commissione, non solo degli esponenti di Lega e Fratelli d’Italia, ma anche del Partito Democratico – ricorda Mancini – sono rammaricato che quando tutta la politica si muove compatta, le nostre decisioni non vengano minimamente tenute in considerazione come se le istituzioni che hanno elaborato e approvato il calendario fossero contro l’ambiente. Ci sono esponenti politici che strizzano l’occhio alle associazioni ambientaliste, come Giuseppe Conte, capo politico dei 5Stelle, che ha espresso la volontà di abolire la caccia e c’è anche chi come l’Onorevole del PD Walter Verini ha tentato, attraverso una proposta di legge, di penalizzare chi detiene armi per uso sportivo – sottolinea Mancini – ma il 25 settembre gli italiani non dimenticheranno questi sgambetti al mondo venatorio e non perderanno l’occasione di bocciare alle urne certi soggetti. Quando i cinghiali invadono le città, devastano i raccolti degli agricoltori, danneggiano ecosistemi, causano incidenti talvolta mortali agli automobilisti, tutti corrono a chiedere aiuto ai cacciatori, salvo poi dimenticarsi di loro, un accanimento mai visto verso altri cittadini o associazioni. Dispiace che in Italia ci sia ancora chi non ha compreso quanto la caccia sia fondamentale – prosegue Mancini – io di certo non mi stancherò mai di ripeterlo: i cacciatori non praticano uno sport, ma un’attività che è utile alla tutela dell’ambiente, alla salvaguardia delle colture agricole, all’incolumità e alla sicurezza pubblica, oltre a rappresentare una forma di indotto importante per le casse statali. Sin dall’inizio della scorsa legislatura ho combattuto al fianco dei cacciatori ogni battaglia di buonsenso, senza integralismi, alla ricerca costante del rispetto della legge da parte di tutti e della promozione di una cultura ambientale che tenga conto di tutto senza estremismi – conclude Mancini – sarò sempre dalla parte dei cacciatori e mi batterò affinché vengano rispettati e tenuti nella giusta considerazione”.